
Ragazzi in trasferta. Carichi, emozionati, in cerca di gloria vera, quella che solo la conquista dell’impossibile può regalarti. Vai Fiorentina, che tanto non ci crede quasi nessuno. E questa è la tua forza. Beh, in fondo un piccolo pensierino ogni tifoso ce lo fa. Perfino i più pragmatici, quelli concreti che sfuggono l’arte del sogno e preferiscono la fredda prigione fatta di numeri e confronti. La Juve è un monolite: due partite in casa, sei gol, due vittorie, sei punti e tutto il resto sono dettagli. Sì, è durissima, però stavolta male che vada va secondo pronostico e in campo si corre per ribaltare tutto.
E questa squadra meravigliosamente imperfetta di sicuro ci proverà (stasera ore 20,45), e lo farà secondo le regole del suo allenatore, quello che quando i suoi riprendono il vantaggio toglie un attaccante aggiungendo un difensore. Fantastico Pioli, maestro d’umiltà, quella che era stata sostituita da una flaccida presunzione. «Ci sarà da soffrire», dice il tecnico dal calcio vintage e dal cuore grande. «Più alleno questi ragazzi e più la squadra mi piace», dice per spiegare il valore dell’empatia che qui tutti sono tornati a vivere: i tifosi con la squadra, i dirigenti con l’allenatore e perfino il mitico Diego e i suoi avvoltoi, che fanno discutere la città fuori tempo massimo, visto che il clima è tornato sereno e la scelta di tifare la squadra, comunque la si pensi sulla proprietà, alla fine ha avuto la meglio.
Basta tornare a giocare con un bel po’ di cuore e Firenze riscopre la passione: le prodezze di Chiesa, la generosità energetica e un po’ dispersiva di Simeone, l’elevazione argentina di Pezzella e la leggera leggerezza di Dias, ragazzo nato per la fantasia. Davide contro Golia. E questa volta lo è più di altre volte, perché la Juventus sta per finire un ciclo ma ha grandi giocatori, mentre la Fiorentina un ciclo lo sta iniziando ma ha anche lei i suoi ragazzi d’oro.

Di
Redazione LaViola.it