Prima vera spaccatura tra tifosi e squadra: i giocatori di Pioli non se l’aspettavano dopo il 3-3 di Mirallas
Chiesa che da lontano lancia messaggi ai tifosi per chiedere sostegno e non insulti, mentre a Reggio Emilia la squadra sta cercando di risalire il match dopo averlo interpretato in trance, scrive stamani La Nazione. E poi in apnea – nel caos finale di una partita da psicanalisi – i due gol della rimonta segnati dall’89’ al 96’, il secondo da Mirallas con le vene del collo in formato 3D per la tensione e la felicità. Pareggio. Abbracci. E un muro di ghiaccio davanti. Quando la squadra è andata sotto la curva per salutare come sempre i tifosi che la seguono in trasferta, non si aspettava di essere accolta con il distacco che si riserva ai mercenari: «Rispettate la nostra maglia». Altri cori in precedenza avevano scavato una distanza. Ma la rimonta – si immaginavano i viola – aveva dimostrato la grande voglia di reazione della squadra. Invece sguardi freddi dall’altra parte delle barriere, attimi di imbarazzo fra i giocatori: che si fa ora? Il cortocircuito è rimasto sospeso nell’aria per qualche secondo, poi la squadra si è diretta verso gli spogliatoi con il morale rasoterra. I giocatori hanno accusato il colpo a caldo e anche nei due giorni successivi le offese dei tifosi viola sono state un argomento centrale all’interno dello spogliatoio.
La squadra è rimasta sorpresa, si aspettava probabilmente una complicità diversa e un aiuto morale per superare un evidente momento di crisi, uno stallo di gioco ma soprattutto di testa. I giocatori sono consapevoli di aver deluso sotto il profilo dei risultati, ma rivendicano impegno e partecipazione emotiva in un periodo di evidente involuzione in campo. (…)
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Redazione LaViola.it