Una giocata decisiva per il gol del vantaggio della Fiorentina, 1 tiro in curva e 15 palle toccate. La 1a di Callejon dal 1’, col rebus ruolo
Mai come in questo momento, e in questa Fiorentina, i risultati dipendono dalle giocate dei singoli. Movimenti offensivi e manovra d’attacco latitano. Il tutto nonostante i tre gol siglati contro l’Udinese portino il conto dei gol fatti a 10 in 5 giornate di campionato per la squadra di Iachini. Ma là davanti tante cose, ancora, non funzionano. Tra le note positive che lascia la gara con i friulani c’è Castrovilli, i tre punti, e poco altro. Qualche sprazzo di Amrabat, qualche giocata decisiva di Biraghi, ma molto da rivedere. A cominciare dalla collocazione tattica di Callejon.
UNA GIOCATA, NIENTE PIU’. Alla prima da titolare, dopo l’esordio per una manciata di minuti nel finale di domenica scorsa con lo Spezia, in cui non aveva quasi mai strusciato il pallone, l’ex Napoli si è visto poco e nulla. Una giocata da campione in occasione del gol dell’1-0, con triangolo rapido che ha permesso a Bonaventura di andare al traversone da cui è nato il controcross di Biraghi per il gol di Castrovilli, un tiro in curva da fuori area, per un bottino di 15 miseri palloni toccati in 66 minuti di gioco.
dati whoscored
CONDIZIONE. “Sto cercando la mia miglior forma. Ho bisogno di giocare partite e minuti” ha detto lo spagnolo a fine gara, unendosi al coro di Iachini e Commisso stesso che hanno sottolineato il ritardo di condizione di Callejon. Logico, quando resti svincolato, ti alleni da solo e non giochi una partita da mesi. Anche se dal primo giorno di allenamenti alla gara con l’Udinese sono passati 21 giorni.
RUOLO. Tuttavia, non è solo la condizione atletica a lasciare a referto una gara tutt’altro che spumeggiante per Callejon. Molto ha influito anche la collocazione tattica scelta da Iachini per la prima da titolare dello spagnolo in maglia viola. Seconda punta, quasi prima, di fatto. Basta vedere la heatmap della gara contro i friulani per rendersi conto di come sia stato più Vlahovic a venire incontro ai compagni in fase di ripartenza, che lo spagnolo. “Ruolo? Mi sono trovato bene, ho giocato poche volte in carriera in questo ruolo. Mi devo abituare al modulo e ai compagni, devo conoscerli meglio. Quando ci sarà Ribery dove giocherò? Vediamo, quello ce lo dirà il mister. Oggi mi ha chiesto di giocare là, ho fatto quello che ho provato al meglio, pian piano riuscirà sempre meglio” ha detto Callejon stesso, che dall’alto delle sue 530 partite tra Liga, Champions League, Europa League e Napoli non ha fatto fatica a rendersi conto che qualcosa, a livello tattico e di intesa con i compagni, non ha funzionato.
LUI, MA NON SOLO. Anche perché non è stato l’unico a non aver avuto palle giocabili davanti. Anzi. Vlahovic, Kouame, Cutrone o Callejon che sia stato in campo, anche contro l’Udinese le punte o chi ha giocato da punta non ha avuto granché modo di poter sfruttare il proprio potenziale. Mercoledì la Coppa Italia, poi la Roma. Aspettando il miglior Callejon, il rebus tattico resta. Come la convinzione che in quella casella dello scacchiere tattico scelto da Iachini possa essere un altro calciatore sotto rendimento anche per colpa di una manovra che stenta a decollare.
Di
Gianluca Bigiotti