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Giocano sempre gli stessi. Alternative ancora lontane dai big

L’ipotesi di una rosa più ampia per il momento è rimasta sulla carta. Sul campo infatti si vedono quasi esclusivamente le stesse facce, costrette agli straordinari dalla volontà di Sousa (scottato dal pessimo girone europeo dell’anno scorso) e in attesa della maturazione dei giovani arrivati l’estate scorsa. La «stanchezza anche mentale» a cui si è appellato l’allenatore per giustificare gli ultimi flop insomma, è figlia di questo limite. Di una difficoltà evidente a dare fiato a gente come Gonzalo, Borja, Astori, Ilicic e Tatarusanu. Delle 15 partite già giocate tra campionato e coppa, Tatarusanu è rimasto in porta 1.300 minuti (sui 1.350 totali) e quei 50 che mancano per fare ein plein, sono dovuti unicamente al suo infortunio con il Chievo. Tra i sempre presenti c’è anche Kalinic (già 1.167 minuti giocati). Imprescindibile al punto di essere l’unico giocatore di movimento presente in tutte le partite. Paulo infatti lo ha lasciato inizialmente in panchina solo a Udine e con il Crotone e nell’ultimo caso, si è pure pentito. Quasi inutile poi sottolineare che a Gonzalo e Borja non si rinuncia mai. La differenza infatti la fanno le alternative. E quelle viola hanno giocato davvero molto poco. Segno evidente che Sousa non fida fino in fondo e che comunque servirà altro tempo per portarli al livello dei titolari.

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