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Gilardino: “Firenze aveva bisogno del calore di Commisso. Quel gol al Liverpool…”

Gilardino Liverpool

Lunga intervista dell’ex attaccante viola, oggi allenatore in Serie C, che parla della nuova Fiorentina di Commisso, del suo ex compagno Santana e della sua nuova carriera

In una lunga intervista a Mediagol, l’ex attaccante viola Alberto Gilardino, oggi tecnico della Pro Vercelli, parla della nuova Fiorentina di Rocco Commisso: “Commisso è entrato con grande voglia, grande disponibilità e grande entusiasmo in questa realtà. Firenze aveva bisogno e ha bisogno di questo grande calore ed trasporto emotivo, il patron sta facendo un grandissimo lavoro insieme a Barone e adesso serve che dirigenza e staff possano continuare ad operare in sinergia e serenamente. Credo che la Fiorentina abbia tre o quattro giocatori di grande livello dotati di talento fuori dal comune, mi riferisco a gioielli come Chiesa, Castrovilli e Vlahovic, giocatori che possono costituire non solo il presente, ma anche e soprattutto il futuro immediato dei viola e anche quello a lungo termine. A Firenze stanno davvero svolgendo un ottimo lavoro e sono sicuro che il prossimo anno potranno disputare una grande stagione“.

IL GOL PIÙ BELLO DELLA CARRIERA. “Uno l’ho messo a segno con la maglia del Palermo, sebbene in quella stagione non ne abbia fatti tanti, parliamo di un bottino complessivo di undici reti in maglia rosanero. Mi ricordo quando segnai il gol del vantaggio a Carpi, che a livello di coefficiente di difficoltà credo sia stato incredibile, una partita che poi si concluse in parità con il risultato di 1-1. Reti importanti ne ho fatte tante: ricordo il gol a Liverpool con la maglia della Fiorentina in Champions League, la rete del 3-0 al Manchester Utd nella semifinale di ritorno di Champions League a San Siro quando vestivo la maglia del Milan. Per fortuna di gol in carriera belli ed anche importanti ne ho realizzati molti nel corso della mia carriera”.

SANTANA. “Gilardino parla anche di un suo ex compagno in viola, Mario Alberto Santana, tornato oggi al Palermo in Serie D:“Lo voglio salutare calorosamente. È un giocatore davvero straordinario sia per le sue qualità tecniche che per le sue doti umane. Avrebbe potuto dare ancora di più al calcio, raggiungere traguardi e mete ancor più prestigiose in relazione al suo talento, ma purtroppo non è stato così a causa di alcuni infortuni che lo hanno condizionato nel corso della sua carriera. Per il Palermo è senza dubbio una bandiera e un giocatore davvero importantissimo in quella categoria, lui tecnicamente dispone di grandissima qualità e negli ultimi anni ha giocato anche seconda punta nonostante fosse nato esterno. Un calciatore che salta spesso l’uomo e crea superiorità numerica costante, ricco di estro e qualità balistiche, può giocare da estremo di un tridente offensivo, meglio se schierato a piede invertito”.

GILARDINO ALLENATORE. L’ex attaccante parla poi della sua nuova carriera da allenatore: “Ho avuto la possibilità di muovere i primi passi ed intraprendere la carriera da tecnico in Serie D vicino Brescia (Rezzato), mentre in questa stagione ho avuto l’occasione di allenare in Serie C la Pro Vercelli grazie anche alla fiducia concessami dal presidente del club, Massimo Secondo, e dal direttore Varini. Adesso siamo fermi da venti giorni a causa dell’emergenza coronavirus, poter lavorare in un contesto del genere in questa nuova veste per me è davvero un’esperienza incredibile. Credo che bisogna capire subito caratteristiche, dinamiche e dimensioni della realtà in cui operi, comprendere rapidamente struttura e potenzialità della squadra che guidi e del gruppo di calciatori che sei chiamato ad allenare. Quest’anno abbiamo iniziato con il 4-3-3 e lavorato molto intensamente sull’assimilazione, l’interpretazione e lo sviluppo dei principi insiti in questo modulo, però bisogna essere bravi e malleabili a cambiare l’assetto della squadra in relazione alle contingenze. Nell’ultimo mese e mezzo ho capito che ci voleva più concretezza davanti e anche un assetto difensivo più compatto e quindi abbiamo modificato il modulo e ci siamo messi a tre dietro. In un anno, che è molto lungo, bisogna essere bravi a trovare le situazioni migliori in virtù del periodo e delle esigenze del momento, per poi mettere i tuoi calciatori nelle condizioni migliori per potersi esprimere al top. Credo sia questo il principale valore aggiunto che deve apportare il lavoro di un allenatore, cercare di far esprimere al meglio sia i singoli di grande talento, sia il collettivo nel suo complesso, per avere un’organizzazione solida e forte di squadra che ti sostenga anche nei momenti in cui le individualità non brillano particolarmente”.

ASPIRAZIONI FUTURE.Credo che in un momento così complesso e drammatico per il mondo intero, il calcio passi in secondo piano, un obiettivo da parte di tutti è che si ritorni alla normalità delle cose, superando questa emergenza legata alla diffusione del Coronavirus.  La speranza è principalmente che si torni a uscire di casa e che si possa nuovamente presenziare al campo per allenare i ragazzi. Quello sarebbe già una grande gratificazione. Questa grande avventura con la Pro Vercelli penso che sicuramente stia arricchendo giorno per giorno il mio bagaglio di conoscenze in materia, allenare è una cosa che mi gratifica e mi piace, indubbiamente è quello che voglio fare. Se ci sarà la possibilità di finire la stagione lo faremo, altrimenti avemmo fatto qualcosa di straordinario perché ci siamo di fatto salvati con la classifica attuale, piazzandoci quattro punti sopra alla zona salvezza e a a cinque punti di distacco dai play-off. Se invece decideranno di far concludere il campionato, ripartiremo ancora con maggiore entusiasmo e con più voglia rispetto a prima,  perché questo stop ci ha segnato profondamente e c’è tanta voglia di ritornare in campo”.

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