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German scaccia la paura dopo i fischi. Ora Atalanta, Napoli e Genoa

La Repubblica si sofferma sulla grande paura che ha attanagliato la Fiorentina anche contro la Spal. Ma vincere era l’unica cosa che contava.

La paura può giocare brutti scherzi. Può, in un colpo solo, annullare quanto fatto di buono durante un percorso di crescita. Minare le tue certezze, riempirti la testa di dubbi e strani pensieri che poi si riflettono nelle azioni. Pensate alla Fiorentina. Non certo una squadra costruita per vincere il campionato, né tantomeno per centrare una qualificazione in Champions. Ma progressivamente i viola hanno perso le proprie sicurezze, e anche le prime due gare di Iachini da tecnico viola hanno detto esattamente questo: quando la paura si impossessa di te, non è così facile respingerla e mettersi alle spalle il periodo più buio che stai attraversando. Una settimana fa la rete di Orsolini aveva certificato il dominio, a tratti, del Bologna di Sinisa. Contro la Spal, invece, hanno dominato la noia e la paura di perdere, scrive La Repubblica.

FISCHI E ‘ZUCCATA’. Alla fine la testa di capitan Pezzella, a otto minuti dal termine, ha fatto esplodere una tifoseria che aveva fischiato la propria squadra alla fine del primo tempo e, come simbolo, Federico Chiesa al momento dell’uscita dal campo per il nuovo acquisto Cutrone. Stavolta Pezzella ci ha messo la testa e si è fatto perdonare per l’errore commesso a Bologna, concedendo quella maledetta punizione dalla quale era nato il pareggio beffa. La strada per ritrovare la serenità è ancora lunga ma contro la Spal, l’ultima della classe, contava solamente vincere.

OSSIGENO. Una boccata di ossigeno e poter preparare con più serenità le prossime sfide. Tra due giorni la gara, secca, di Coppa Italia contro l’Atalanta delle meraviglie. Poi nuovamente il campionato con la trasferta di Napoli, l’altro scontro delicato col Genoa e la trasferta in casa della Juventus prima di quella casalinga ancora una volta contro l’Atalanta. La speranza è che da adesso la Fiorentina possa ritrovare anche lucidità, qualche certezza in più e una idea di calcio propositiva. Il mercato dovrebbe fare il resto, consegnando a Iachini un interprete a centrocampo e un difensore che possano rendere più omogenea la sua rosa.

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