Rassegna Stampa
GdS – Tutte le spine di Pioli: dietro, in mezzo e davanti, non è ancora la sua Fiorentina
Diversi nodi ancora da sciogliere per la Fiorentina. Non è ancora la creatura immaginata da Stefano Pioli
Se un allenatore esperto come Stefano Pioli, nel corso della prima partita di campionato, sostituisce all’intervallo un centrale difensivo, che è pure il capitano, Luca Ranieri, e dopo 17’ della ripresa anche un altro centrale, Pietro Comuzzo, vuol dire che qualcosa non va, scrive la Gazzetta Dello Sport.
DIETRO. A Cagliari Pioli lo ha spiegato subito dopo la fine della partita: «Il cambio di Ranieri è una scelta tecnica». Servito chi aveva pensato a un leggero infortunio. Al tecnico di Parma non sono piaciute alcune letture del guerriero viola, così come non gli è piaciuta tutta l’interpretazione data a sinistra. E qui entra in ballo anche il nuovo acquisto Sohm che un po’ fatica a carburare. Poi ha cambiato anche Comuzzo che, invece, soffriva un po’ le progressioni e la velocità dell’ex Folorunsho. La Fiorentina è uscita da Cagliari con un pareggio che non soddisfa. Anche perché fino a 3’ dalla fine (recupero di 6’) la Viola, con perfetto cinismo, stava vincendo grazie al gol di Mandragora, trovato a metà ripresa. Invece la disattenzione difensiva, stavolta di Pablo Marì, subentrato a Comuzzo, ha dato la possibilità a Luperto di colpire bene e forte. Ma se la Fiorentina avesse colto la vittoria a Cagliari sarebbe stata immeritata. La squadra di Pioli ha sofferto l’aggressività del Cagliari che ha coperto bene gli spazi. E non è mai riuscita a giocare in verticale sfruttando l’attacco alla profondità di Kean. Qui entrano in ballo
MEDIANA E ATTACCO. Sohm e Ndour le cui progressioni non si sono mai viste. I due sono rimasti intrappolati nella ragnatela di Adopo, Prati e Deiola. A Presov i problemi c’erano stati, ma erano stati mascherati da tre gol. Il secondo era arrivato nel momento migliore degli ucraini, grazie alla qualità degli uomini di Pioli. Altro problema è Gudmundsson. Il tecnico lo lascia libero di inventare, muovendosi a suo piacimento. Ma a Cagliari l’islandese si è visto solo quando ha trovato con una gran palla da destra la testa di Mandragora. Gud deve riuscire ad esprimere il suo enorme potenziale, visto quando il club ha creduto in lui. Già da ieri l’allenatore ha cominciato a studiare le mosse per la prima trasferta di campionato, domenica contro il Torino. Il recupero di Mandragora è importante in varie ottiche: sia nel 3-5-2 con Rolly che può giocare al posto di Ndour e di Sohm, sia nell’ipotesi in cui si possa tornare al modulo che prevede un trequartista, Gud, dietro due punte, Kean e il nuovo arrivato Piccoli. In precampionato Pioli era partito da questa idea, ma con Dzeko. Che sarà un’arma tattica. E se Piccoli è costato 24 milioni più bonus è difficile che resti tanto in panchina. Può essere usato in più modi ma è certo che il bergamasco sarà un attore protagonista.