Il punto da parte della rosea sulle prime settimane di lavoro da parte di Stefano Pioli sulla nuova Fiorentina
Entusiasmo, passione, motivazioni, energia, sorrisi. E abbonamenti. Perché lo Stefano Pioli ter ha fin qui portato 10.500 vecchi abbonati a rinnovare la tessera per il 2025-26. Che al Viola Park è cominciata sotto il segno del sorriso. Pioli, già viola da calciatore e poi da tecnico, è alla prima volta soltanto nel bel centro di Bagno a Ripoli dove si svolge tutta la vita della Fiorentina e la prima parte del ritiro. Quel che si è sentito dai primi giorni di lavoro è che qualcosa è davvero cambiato, scrive la Gazzetta Dello Sport.
Anche per il pubblico che assiste agli allenamenti pomeridiani. Le sedute mattutine si svolgono a porte chiuse. Pioli entra in campo, si prende gli applausi e saluta i tifosi. Avverte l’entusiasmo di una città che gli vuole bene e in cui sta per trovare casa. Poi comincia il lavoro. Il tecnico parmigiano lo vive molto dentro il campo anche se il suo numeroso staff, ben dodici persone, è attivo in tutto, dalle partitelle allo spostamento delle piccole porte. Quel che subito colpisce è che l’allenatore viola ha per ora impostato il suo piano sullo schema 3-4-1-2. Vuole la qualità. E per questo motivo sta provando da subito a capire se potrà giocare con Albert Gudmundsson, libero di inventare e spaziare, dietro Edin Dzeko e il totem Moise Kean. La sua grande scommessa è questa. Per fare ciò il gioco deve obbligatoriamente cambiare rispetto alla passata stagione. Pioli chiede più fraseggio e propositività, chiede agli esterni Dodo e Gosens di entrare con dei tagli dentro il campo, ma senza mai tralasciare le loro attitudini di corsa e cross.
A Fagioli, che per ora cuce il gioco, con il supporto fondamentale di Rolando Mandragora, prossimo al rinnovo per altri 4 anni a quasi due milioni, dice di partire pure dal basso. Una costruzione che non disdegna per superare la prima linea di pressione avversaria. Insomma, il lancio lungo per Kean è un ricordo, anche se non è bandito a priori. Ma è Dzeko che spesso sale per diventare una sorta di regista offensivo vista l’ottima visione di gioco. La difesa sembra leggermente più alta, partecipa e quando serve, vedi Ranieri con la Primavera al perfetto cross da sinistra per Moise, scende. Comuzzo sembra in vantaggio su Pongracic. De Gea gioca con i piedi ed è coinvolto nella manovra. Insomma, una Fiorentina più costruttiva e propositiva. Impatto In questa prima parte l’atletica conta. I collaboratori di Pioli, tre preparatori atletici, Osti, Peressutti e Butini, con il sostegno del vice Andrea Tarozzi, coordinano tutto. E al Viola Park non fa fresco eh… Ma poi arrivano gli zuccherini: in programma partitelle, mini tornei, tiri in porta che decretano un vincitore. Pioli ama scherzare con i suoi calciatori. Sa motivarli e coinvolge tutti, in campo sembra che sia un fratello maggiore. Non è un sergente di ferro, ma esistono comunque le regole: gli orari, la puntualità, il rispetto del gruppo. Su questo fronte è vietato sgarrare. Si cena in gruppo. Il Pioli ter, insomma, è partito con tanta carica.
Di
Redazione LaViola.it