Rassegna Stampa

Gazzetta – Pioli non sa cosa fare, tante opzioni ma di secondo livello. E Kean rimpiange lo scorso anno

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Il quarto modulo diverso in quattro gare è il ritratto della confusione. Il 4-4-2 senza sovrapposizioni e combinazioni tra le punte

Il Como ha l’identità che la Fiorentina nemmeno si sogna. Il lavoro di Stefano Pioli è iniziato da poco, ma ormai non pochissimo e l’impressione è che il tecnico non abbia ancora capito o deciso cosa fare, forse perché l’organico offre tante opzioni ma quasi tutte di secondo piano. Il quarto modulo in quattro partite è un discreto ritratto della confusione. Sembra che il tecnico cambi per trovare come per magia la soluzione migliore. Così scrive La Gazzetta dello Sport.

SOLITUDINE. Il 4-4-2 di ieri non è indicato per le caratteristiche degli interpreti e perché è stato svolto solo in fase difensiva. Non c’è stata una sovrapposizione sulle fasce, non c’è stata nessuna combinazione tra Piccoli e Kean, che rimpiange la beata solitudine dello scorso anno, quando gli arrivavano tanti palloni che lui spesso tramutava in gol. Adesso il centravanti della Nazionale è ancora a secco. La squadra non lo supporta, lui si impegna ma va a sbattere contro gli avversari. Il 4-4-2 è servito per pressare con energia in avvio, coprendo uomo su uomo Sergi Roberto, Perrone e Nico Paz, e per stoppare i tagli degli esterni. Ma dopo venti minuti la benzina è finita e il destino ha fornito un assist a Pioli: l’infortunio di Lamptey avrebbe potuto consigliare un cambio tattico e invece il tecnico viola ha inserito il giovane Fortini che è andato in difficoltà molto presto.

TANTI LANCI. Non ci sono moduli che vincono o perdono le partite, ma alla Viola serve acquisire solidità, controllo, sicurezza. È stato buono l’approccio, ma poi non si è visto nulla sul piano delle idee: tanti lanci lunghi e casuali e, soprattutto, poco accompagnamento. Nicolussi Caviglia ha provato a prendere in mano la manovra, ma tutti sembravano slegati e il Como copriva bene gli spazi aumentando progressivamente la pressione. Pioli dice di aver visto il miglior primo tempo della sua gestione e spiega la sofferenza della ripresa solo con un calo di energia. Però è innegabile che si sia visto davvero poco calcio, anche nel momento migliore viola. A differenza di quanto mostrato dal Como, che si è preso alla fine ciò che ha meritato minuto dopo minuto.

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