L’Italia ha vinto e convinto contro l’Estonia, ma contro Israele il livello di difficoltà si alza. Possibile un modulo più equilibrato
Rino Gattuso, indiscutibilmente, non è tipo da etichette. Le ha sempre rifiutate per sé, non ne ha mai volute per le sue squadre e figuriamoci per la Nazionale: gruppo da disegnare — si parla di uomini e assetti tattici — in base alle disponibilità e anche alle esigenze del momento. Ma non c’è dubbio che la sua prima Italia sia stata illuminata dall’insegna del doppio nove. Retegui e Kean insieme: anzitutto per quello ha impressionato e sarà ricordata. Non in tanti oggi giocano con due centravanti puri così affiancati e si è rivissuta la suggestione di formule del passato che hanno acceso l’Italia: da Riva (che diventava un “nove” per la libertà di andare a scatenare il suo sinistro ovunque) e Boninsegna, a Vialli e Carnevale nella Nazionale di Vicini; da Vieri e Inzaghi che con Trapattoni non facevano coppia solo in discoteca, a Gilardino e Toni che iniziarono il Mondiale 2006 insieme. E volendo ci fu anche la partnership Belotti-Immobile azzardata da Ventura contro la Spagna, scrive La Gazzetta dello Sport.
INTUIZIONE. Sarà ricordata con la formula “nove più nove” anche la seconda recita di Gattuso? Per ora si può dire con certezza solo che a Bergamo, per 84’, è stata un’opzione felice due volte: quando Rino l’ha studiata e poi scelta, perché aveva visto entrambi i suoi centravanti troppo sintonizzati sulla voglia di gol per rinunciare a uno dei due, in una partita da vincere per forza e segnando il più possibile. Ma è stata azzeccata soprattutto quando non l’ha rinnegata, nel momento in cui il complicato abbattimento del muro estone poteva far pensare fosse necessario cambiare spartito. Anzi, il ct ha addirittura aggiunto un terzo centravanti, seppur atipico (Raspadori): la mossa che ha fatto deflagare il fuoco offensivo dell’Italia.
ALTERNATIVE. Questo contro l’Estonia. E non serve leggere la classifica per sapere che Israele è, e sarà, un’avversaria superiore. Gattuso sta pensando se replicare l’assetto a due punte: ha ancora allenamenti su cui riflettere, informazioni su Israele da decifrare e tempo per tirare le somme. Poi deciderà se stavolta, in una gara da vincere ma evitando il rischio di scomporsi, servirà un’Italia un po’ più “conservativa”. Così, il 4-2-4 di partenza con l’Estonia potrebbe essere rimodulato scegliendo, al posto di Zaccagni, lo specialista di equilibri tattici Cambiaso. Ma Gattuso nella sua duttilità resta un cultore del 4-3-3 e del 4-2-3-1: nel primo caso Kean potrebbe scivolare a sinistra, con Politano a destra e nel cuore del campo un play (Locatelli o anche Rovella); con il secondo sistema l’alternativa a uno dei due centravanti sarebbe un nove falso, dunque Raspadori.
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Redazione LaViola.it