La Gazzetta dello Sport in edicola stamani dedica un focus agli allenatori emergenti in Serie A. Fra questi anche il tecnico viola
(…) Il salto in avanti più clamoroso – ma nemmeno poi tanto, considerando l’ascesa costante e lineare: promozione C-B, promozione B-A, salvezza in A – è quello di Italiano. Che ha completamente cambiato la mentalità della Viola impiantando i propri principi fatti di aggressione, intensità e pressing. Rispetto agli ultimi, difficoltosi anni, la Fiorentina gioca almeno venti metri più avanti, occupa la metà campo avversaria, si è issata fino al quinto posto. Certo, il miglior centravanti del campionato aiuta – Vlahovic è già a quota 15 gol – ma c’era pure l’anno scorso. È cambiato il contesto, più offensivo e coraggioso, e dunque il supporto al bomber serbo è maggiore e migliore. Torreira è l’ingranaggio che mancava per dirigere il ritmo e alzare la pressione, ma conta tanto il recupero di elementi come Saponara, per fare un nome, quasi dimenticato ma profondo conoscitore delle idee del suo allenatore. Dodici punti in più rispetto a un anno fa sono la differenza fatta da Italiano.
Forse meno solido ma addirittura più spettacolare la proposta di Dionisi. Al Sassuolo ha trovato terreno fertile dissodato da De Zerbi, ma perso il tessitore migliore, Manuel Locatelli, il nuovo tecnico ha spinto ancora più sull’acceleratore, componendo un duo di centrocampo con Maxime Lopez – già ambiziosamente spostato in mediana da Dez – e Frattesi, il miglior interprete del ruolo moderno di “invasore”. Il Sassuolo ha mantenuto le caratteristiche di palleggio – è la seconda squadra per possesso palla alla pari con l’Inter – ma aumentato quelle di verticalità: i neroverdi vanno più diretti verso la porta, e così matura, con Berardi, il futuro dell’attacco azzurro, Scamacca-Raspadori. Bella sfida domani a pranzo con la Fiorentina.

Di
Redazione LaViola.it