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Gazzetta: Bove potrebbe tornare a giocare. Ma al momento solo all’estero. Un altro prestito a Firenze…

Edo rivede il campo, non solo dalla panchina: si aspetta solo l’ultimo test. Per La Gazzetta c’è l’ipotesi di rivederlo in viola, ma…

Edoardo Bove rivede il campo. E non dalla panchina come accaduto negli ultimi tempi a Firenze. Perché i test effettuati in questi giorni hanno dato esito negativo, e in questi casi la definizione è tutt’altro che ostile. Il centrocampista ha svolto gli accertamenti in gran segreto. Tutti gli esami medici effettuati vanno verso una direzione: Edoardo può tornare a essere un calciatore. Ora manca solo un ultimo test di abilitazione, ma si tratterebbe di una formalità seppur da prendere con tutti gli scongiuri del caso. Una notizia inaspettata anche se Bove non ha mai nascosto il suo ottimismo allontanando con garbo gli inviti a diventare dirigente o collaboratore tecnico. Così scrive La Gazzetta dello Sport.

TRE STRADE. Impossibile arrendersi a 23 anni. A sette mesi dal grosso spavento Bove può sorridere davvero. Negli ultimi mesi era andato in panchina a sostenere la Fiorentina con una speciale deroga e nel suo ritorno all’Olimpico era stato osannato dai tifosi romanisti. Piangeva Bove, più per il dolore di non poter ricambiare che per l’emozione. Più per la paura di non poter tornare a giocare. E adesso? Il 1° luglio Edoardo tornerà alla Roma come da contratto, visto che non sono maturate le presenze per l’obbligo di riscatto da parte della Fiorentina. Ma i due club lasceranno il pieno potere decisionale al centrocampista, per il quale si aprono tre vie: trasferirsi in un campionato all’estero, rimanere a Roma oppure tornare a Firenze per un ulteriore anno di prestito, ma con il rischio di non poter tornare a giocare.

LA NORMA PUO’ CAMBIARE. Le attuali normative, infatti, gli permetterebbero di scendere in campo soltanto all’estero, come era accaduto al danese Christian Eriksen. In Italia la legislazione è diversa, ma negli ultimi mesi la tematica sul defibrillatore ha avuto un’accelerazione. Maurizio Casasco, presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana, è stato contattato dal ministro per lo Sport Andrea Abodi per modificare le regole sul dispositivo come avviene in altri Paesi. L’ipotesi di lavoro è quella di consentire ai giocatori che hanno subito l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo di poter scendere in campo assumendosi tutte le responsabilità, proprio come avviene in Inghilterra.

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