Rassegna Stampa
Gazzetta – Allegri e Pioli, sfida tra gli ultimi scudettati del Milan. L’ultimo titolo arrivò a sorpresa
Pioli riportò il Milan sul tetto d’Italia, poi vide l’Inter prendersi la seconda stella. Domenica la sfida da ex a San Siro
La staffetta scudetto ha come obiettivo la seconda stella, traguardo non ufficialmente dichiarato ma a cui club e allenatore tengono moltissimo. Dopo averla vista sulle maglie dell’Inter, il Milan vuole cucirla il prima possibile sulle stoffe rossonere. Era stato Allegri a portare il Milan a due passi dal traguardo, Pioli aveva raccolto il testimone e avvicinato ulteriormente la destinazione: sono loro gli allenatori di diciottesimo e diciannovesimo tricolore della storia del club. Lo scudetto di Max è datato maggio 2011 con una squadra ricca di talento e di campioni, con Ibra, Robinho, Cassano, Nesta, Thiago Silva e che fu poi disfatta nelle stagioni successive anche per esigenze di bilancio. Dopo anni bui e di malcapitate gestioni societarie, il Milan affidò a Pioli la ripartenza tecnica. Stefano superò molti ostacoli (il più arduo l’emergenza Covid e il gruppo allenato solo da remoto) per poi raggiungere l’obiettivo al termine di un testa a testa con l’Inter. Il titolo fu sorprendente e per questo ricordato e celebrato come uno dei più avvincenti della serie, scrive La Gazzetta dello Sport.
STELLE. Pioli e il suo Milan furono anche testimoni diretti del successo che consegnò all’Inter la prima seconda stella della città: avvenne nel derby del 22 aprile 2024, con i rossoneri battuti per 2-1 nel “loro” stadio. A proposito di serie: fu il sesto ko consecutivo contro i nerazzurri. Che festeggiarono a San Siro il ventesimo scudetto dalla fondazione del club. Uno smacco che il Milan può superare solo pareggiando i conti, motivo per cui in estate ha scelto di nuovo di affidarsi ad Allegri, vero mister scudetto. E’ lui il tecnico italiano in attività con il maggior numero di campionati vinti: 6. Di cui 5 di fila con la Juve.
DIVERSI. Dopo lo choc iniziale, seguito alla sconfitta interna contro la Cremonese, il Milan di Allegri ha ridato prova di solidità e concretezza. In sostanza, di competitività. Insieme al club è stato costruito un gruppo che ha ritrovato esperienza e leadership (con Modric e Rabiot), conservando il talento di Leao e aggiungendo preziose alternative. Max ha fatto il resto restituendo solidità alla difesa e produttività all’attacco. Un Milan diverso da quello che si era laureato campione con Pioli: più giovane e inesperto, con la guida a distanza dell’infortunato Ibrahimovic e con due leader scoperti un po’ a sorpresa, Kjaer e Giroud, come sorprendente era stato il trionfo finale. Tra i meriti di Pioli quello di aver fatto di Leao il protagonista dello scudetto e il miglior giocatore del campionato. Un intento in cui Max è ancora impegnato.