Comunque la si pensi, ci si augura che questa brutta storia non lasci strascichi. Ma la Fiorentina deve ancora dimostrare di saper fare calcio
È già finita la storia tra Fiorentina e Gattuso. Il che, anche a freddo, continua ad avere dell’incredibile. E già entrambe le parti guardano concretamente al futuro. Inutile insistere sulla mera analisi della vicenda, perché se ne è già parlato tanto e ancora tanti punti non sono chiari.
Innanzi tutto, la gran parte delle narrazioni fin qui uscite sono più vicine alla versione della Fiorentina, ma manca la controparte di Gattuso. Secondo: serve davvero analizzare chi è il buono e chi è il cattivo di questa vicenda? Di certo, se l’ex tecnico del Napoli andrà davvero al Tottenham, le speculazioni e le dietrologie sulle reali ragioni dell’addio alla Fiorentina (inizialmente additate come ‘promesse non mantenute’) si sprecheranno. Così come già si sprecano le opinioni sulla posizione del club gigliato. Giusto non farsi prendere per il collo dal superprocuratore Mendes. Lodevole a parole la battaglia contro il dominio dei procuratori nel calcio moderno. Ma allora perché scegliere proprio Gattuso?
Possibile che i dirigenti viola non avessero preso in considerazione nei colloqui prima della firma della centralità della figura di Mendes (con il quale sicuramente hanno parlato anche prima dell’ufficialità di Gattuso in viola)? Possibile non avessero preso in considerazione la questione commissioni con il manager di Cristiano Ronaldo? Oltretutto, la stessa Fiorentina negli ultimi due anni si è affidata spesso e volentieri a un grosso procuratore come Davide Lippi per condurre le sue operazioni.
Insomma, le responsabilità sono da dividersi tra tutti gli interpreti. Mediaticamente e sportivamente la vicenda Gattuso-Fiorentina è una sconfitta in cui non dovrebbe vincere nessuno. Dovrebbe, appunto, perché il calcio è folle e in poche ore tutti potrebbero essere di nuovo contenti. Gattuso, infatti, sembra già orientato verso la panchina del Tottenham. E chissà che non ci sia il club londinese dietro allo scetticismo di Gattuso rispetto al club gigliato. La Fiorentina potrebbe quindi tornare all’assalto su Fonseca, il nome più vicino ai viola prima che Commisso tornasse su Rino.
Tutto finito, tutti felici? Insomma. La vicenda Gattuso resta una figuraccia per il club gigliato, anche se la velocità con la quale Rino pare abbia voltato pagina si commenta da sola. Resta il fatto che Gattuso, a prescindere dal danno di immagine che riceverà, trova subito un’altra ottima panchina in virtù delle buone esperienze con big come Milan e Napoli nel suo curriculum. E anche se non la trovasse oggi, lo farebbe domani. La Fiorentina della gestione Commisso, invece, fino a oggi non ha ancora dimostrato nulla. E questa vicenda mina ulteriormente la credibilità di una proprietà che già non è partita bene nel primo biennio a Firenze.
Ad esempio: i continui litigi di Joe Barone con Chiesa, in Lega Calcio, con questo e quell’agente, cominciano a far storcere il naso, per usare un eufemismo. Altro esempio: le strade della Fiorentina e Antognoni sembrano di nuovo separarsi, a causa di un’offerta che, economicamente e sotto l’ambito dei poteri dirigenziali, all’unico dieci è apparsa come un ridimensionamento. La Fiorentina sta così per perdere (di nuovo) l’unica vera bandiera della propria storia.
I conti però si fanno alla fine. L’augurio è che questa brutta pagina non lasci strascichi. Ma la Fiorentina deve cambiare passo. Gattuso aveva convinto tutti perché sembrava garantire un rilancio delle ambizioni del club. Non si vuole sottostare ai diktat di Mendes? Benissimo. Si vuole percorrere un’altra strada? Più che giusto. Ora però si dimostri di saper fare calcio. Perché ciò che si è visto fino ad oggi lascia molto a desiderare.
Di
Marco Zanini