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Editoriali

Da Gasperini a Mattioli (più le accuse in tv), giù le mani da Chiesa. Settimana cruciale per l’Europa: tocca (anche) a Pioli

Pesanti accuse al gioiello viola (e del calcio italiano): serve tutelarlo di più. La ‘settimana nerazzurra’ e l’importanza delle scelte del tecnico tra campionato e Coppa.

In principio fu Asamoah dopo Inter-Fiorentina (“Non lo sopportavo più, andava giù senza che facessi nulla”, ed era la gara del rigore di polpastrello di Hugo), poi fu Gian Piero Gasperini a calcare la mano dopo Fiorentina-Atalanta (“Chiesa ha simulato, lui ha l’abitudine di fare questi gesti, deve iniziare a pagarli. È diseducativo”). Ecco, quindi, il turno di Walter Mattioli, presidente della Spal: “Lui fa un gran salto, sappiamo che Chiesa inventa i falli da rigore, è una persona poco seria”. Poco importano le scuse ‘private’ a Cognigni e ad Antognoni del numero uno dei ferraresi: le parole in diretta tv hanno fatto il giro d’Italia e d’Europa, serviva come minimo un dietrofront pubblico dopo frasi e attacchi gravi e pesanti. L’immagine di Chiesa, ancora una volta, è stata ‘infangata’ con l’accusa di ‘cascatore’. La Fiorentina ha difeso subito a parole il suo gioiello, probabilmente qualcuno si sarebbe aspettato anche una presa di posizione più forte. E magari anche la Lega e la Figc dovrebbero iniziare a tutelare un patrimonio del calcio italiano come il 21enne viola.

ETICHETTA. Perché su Chiesa stanno piovendo accuse gratuite e pesanti. Un’etichetta difficile da togliere, e accuse gravi se arrivano da dirigenti, allenatori o giocatori. I tifosi negli stadi iniziano così a insultare ‘gratuitamente’ un talento puro come Federico, lo stesso fanno tante persone sui social. Un’ingiustizia vera e gratuita, insomma. E anche in tv si calca non poco la mano: avvenne a settembre, si è ripetuto domenica sera. Nei ‘salotti’ nazionali Chiesa è stato tirato in ballo più volte ricordando come “ad inizio carriera abbia simulato un paio di volte” e che “tende a buttarsi un po’ troppo”. Concetti generici buttati così, etichette che poi dilagano tra i tifosi e non solo. Servirebbe più rispetto, da tutte le parti. Verso un ragazzo genuino, di 21 anni, futuro del calcio italiano.

SETTIMANA ‘NERAZZURRA’. Sul campo la Fiorentina ha poi raccolto la 4° vittoria su 7 gare nel 2019, nove punti in 5 partite in Serie A nel girone di ritorno: -1 rispetto all’andata, ma ritmo buono rispetto a mesi di ‘pareggite’. Anche la classifica torna ad essere potenzialmente buona, anche se adesso viene il bello: Inter (in casa), Atalanta (a Bergamo) e Lazio (in casa), un trittico di sfide delicate e scontri diretti che diranno la verità sul campionato viola. Si parte con la ‘settimana nerazzurra’: domenica sera l’Inter al Franchi, poi mercoledì sempre in casa l’Atalanta in Coppa Italia, la domenica successiva a Bergamo. Doppio binario per l’Europa, tra la voglia di rimonta in campionato e il sogno di un trofeo dopo anni di astinenza. Prima l’esame Spalletti (con la grana Icardi ma reduce da tre vittorie in una settimana), poi la duplice sfida a Gasperini (con veleni e rivalità dentro e fuori dal campo negli ultimi tempi). Gare da giocare a mille all’ora.

CALENDARIO. E nella ‘settimana di passione’ la Fiorentina avrà anche un handicap non da poco. Un dettaglio che nell’ottica di gestione delle forze può farsi sentire. I viola giocheranno domenica sera alle 20.30 contro l’Inter, poi mercoledì sera contro l’Atalanta, mentre Gasperini avrà 30 ore di riposo in più in vista della Coppa Italia, dato che in campionato giocherà il sabato prima alle ore 15 contro il Torino. Pioli si è fatto sentire in anticipo, la società anche con la Lega, ma non è stato trovato un ‘incastro’ per dare equità di calendario. Nel giro di 8 giorni (il trittico si chiuderà domenica 3 marzo a Bergamo), insomma, i viola dovranno giocare tre gare determinanti e molto dispendiose.

SCELTE. Importante, se non fondamentale, sarà così gestire bene gli uomini e le forze. E determinante sarà, quindi, anche il ruolo di Pioli e del suo staff. Valutare e capire a fondo lo stato di forma di tutti gli effettivi, preparare al meglio le partite dal punto di vista tattico ma anche atletico. È vero che la Fiorentina in stagione (e specie ultimamente) ha raramente steccato contro le grandi, e che il nuovo assetto con Chiesa-Muriel avvantaggia i viola contro squadre che attaccano e lasciano spazi in ripartenza. Ma Spalletti e Gasperini difficilmente lasceranno il fianco scoperto. Difficile, allo stesso tempo, pensare di lasciare indietro una competizione (campionato o Coppa) rispetto all’altra, e quindi di fare turnover totale in una delle tre sfide ravvicinate. Le pedine andranno ruotate abilmente, specie con una rosa che tra infortuni e acciacchi non è poi così lunga: Pezzella-Mirallas out, Ceccherini acciaccato, Laurini da sempre in difficoltà nelle tre gare ravvicinate, e anche chi per ora sta giocando meno (Pjaca, Dabo, Hancko, più Simeone reduce da 4 panchine di fila) dovrà dare un importante contributo.

LA MANO DELL’ALLENATORE. Per questo occhi puntati anche su Pioli. Allenatore che ha sposato in pieno la causa (non diciamo ‘progetto’) Fiorentina, ma che è stato più volte ‘beccato’ dai tifosi e dalla critica negli ultimi mesi. Un futuro che secondo la società sarebbe saldo in primis per il rapporto umano tra le parti (con i Della Valle pronti a far scattare l’opzione di rinnovo fino al 2020), ma che inevitabilmente si basa sui risultati degli ultimi mesi di stagione. Soprattutto, ora l’allenatore deve conquistare, e forse ‘ricucire’ con una parte di tifoseria che è critica su più fronti riguardo al tecnico. Anche la gestione di Pioli, dal punto di vista tattico ed umano, potrà fare la differenza (in un senso o nell’altro) nel momento decisivo della stagione.

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