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Gasperini, l’antipatico guastafeste. Litiga con tutti, è diventato il Cattivo da battere

Gasperini

Figlio della Juve, sempre più antipatico per tutti gli avversari. Se la prende sempre con gli arbitri quando non vince: l’articolo di Repubblica

Analisi ironica sull’edizione nazionale di Repubblica dopo l’ultimo sfogo di Gasperini contro gli arbitri, al termine del match perso 4-1 contro la Roma. Gian Piero Gasperini è un uomo tranquillo. Una volta venne quasi alle mani con il Papu Gomez perché non voleva spostarsi di fascia. Un’altra volta spintonò un dirigente della Samp nel tunnel, dopo un’espulsione. Ed è un vero sportivo. Una volta diede del simulatore a Chiesa, un’altra volta a Immobile diede invece del simulatore. Lui non cerca mai scuse. Piglia quattro gol in casa dalla Roma e se la prende col Var per un fuorigioco evidente di un suo calciatore. Sull’altra panchina, rispetto a Gasp, Mourinho sembra don Bosco.

LITI CON TUTTI. Gian Piero Gasperini non è un litigioso. Non ha mai avuto da ridire con nessuno, a parte Mihajlovic, Commisso, De Zerbi (Gasp si fece cacciare mentre stava vincendo 4-0 contro il Sassuolo), quell’asceta di Pioli, Lotito, Sarri, Simone Inzaghi, Maran e persino Claudio Ranieri, che non saprebbe litigare neppure con Genny Savastano. Non è vero che Gasperini ce l’abbia con gli arbitri: le sue dichiarazioni sono sempre concilianti. «Questi signori sono un problema». «Vengano a spiegarmi, ci mettano la faccia». «Noi dell’Atalanta facciamo antologia sui rigori presi». «Sono stato mandato fuori da un ragazzino»: era il 24 ottobre, si trattava di Livio Marinelli da Tivoli di anni 37, arbitro e maresciallo dell’Esercito italiano con cui fu in missione di pace in Afghanistan, probabilmente per prepararsi a conoscere Gasperini.

ANTIPATICO. Uno dei migliori allenatori europei e rilascia dichiarazioni dimenticabili. Sempre teso, animato da oscuri rancori, a volte acido. Se vince è brillante, se perde è un piangina. Anche per questo i tifosi avversari lo detestano, nonostante la bellezza indubbia dell’Atalanta, una grande con un allenatore divisivo: di solito, le provinciali acquistano simpatizzanti, ma qui ormai c’è una squadra stabilmente terza da tre anni e un allenatore che è il Cattivo da battere. Gian Piero Gasperini è un prodotto della Juventus. Giocò ragazzino con Paolo Rossi e Brio, sostituì Causio in una remota sfida di Coppa Italia. Come allenatore, restò per un decennio nel vivaio bianconero. Per diventare davvero antipatici agli avversari, essere juventini non è indispensabile ma aiuta.

COVID. Quando un suo dirigente diede del terrone a un tifoso del Napoli, invero un po’ provocatore, Gasp non fece una piega. E forse volò a Siviglia con i sintomi del Covid addosso. E poi quando prese a male parole un ispettore dell’antidoping a Zingonia, e se la cavò con una nota di biasimo e 378 euro di multa.

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