Rassegna Stampa

Gasperini: “Io antipatico? Da Firenze a Napoli, mai avuto sconti. L’Atalanta dava fastidio. E altro che doping”

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Lunga intervista all’allenatore della Roma, che parla del suo rapporto con arbitri e tifoserie, del periodo in nerazzurro e dei giallorossi

Lunga intervista sul Corriere dello Sport a Gian Piero Gasperini, tecnico della Roma. Queste alcune sue parole: “Il primo incontro con la Roma? Con la proprietà… A Firenze. Prima con Claudio (Ranieri, nda). Ha iniziato lui a contattarmi un bel po’ di tempo prima. Non so se fosse dicembre. Era ancora tutto nella fase embrionale. Io non sapevo cosa avrei fatto a giugno… Avevo intuito che sarebbe stato l’ultimo anno a Bergamo. Potevo andare al Napoli un anno prima? Sì, la vittoria dell’Europa League cambiò le cose. Fu l’impedimento. Ero convinto che avremmo potuto andare anche oltre con l’Atalanta, perché avevamo una squadra forte, risorse per poter puntare ancora più in alto. E invece l’ultimo anno è stato il più tribolato sul piano dei rapporti, ma ugualmente bello come risultati”.

CARATTERE. Ha un brutto carattere. “In realtà l’ho bellissimo!”. Raccontano di tavoli e sedie fatti saltare. “No, no. Diciamo che ho delle convinzioni, alcune certezze molto forti e tanti dubbi su altre cose, però dove ho delle certezze sicuramente le faccio valere”. E’ anche un mangia-arbitri. “Ancora con questa storia degli arbitri, degli avversari, del pubblico delle altre squadre. Credo che una città di centoventimila abitanti desse fastidio là in alto. Bergamo è sicuramente una bella provincia, ma è grande come mezza Garbatella. È come se uno di questi popolosi quartieri di Roma giocasse in Europa contro Real Madrid, Barcellona, City, Psg, inglesi, tedeschi, francesi e tutto sommato in Europa andava ancora bene perché l’apprezzamento era palpabile. In Italia invece abbiamo cominciato a dare fastidio”.

ANTIPATIA. Criticò apertamente l’atteggiamento di Immobile e quello di Chiesa. Non ha mai fatto niente per rendersi simpatico alle tifoserie avversarie. “Non pesavano gli episodi, andavi a Firenze era così, a Milano idem. Torino, Napoli, Bologna, mai avuto sconti da nessuno. L’Atalanta ha tolto tanto a tanti e quindi era naturale che fosse accompagnata da antipatie diffuse”.

PULITI. Qualcuno sospettava anche che all’Atalanta si dopassero. “Chi ha soltanto pensato una cosa del genere ha offeso una società, il sottoscritto, uno staff e un gruppo di giocatori, il loro lavoro. Quando non si sanno trovare le risposte si ricorre alle maldicenze e alle peggiori fantasie. Noi siamo sempre stati puliti. Io credo nel rispetto delle regole dello sport. Il doping lo combatto da sempre… Sul campo odio le simulazioni. Detesto ogni forma di sotterfugio, il gioco sporco. Sono tutti attentati allo sport che amo più, che tutti quanti amiamo e consideriamo parte della nostra vita. Per questo mi incazzo spesso. Una cosa è l’abilità tecnica, altro la furbata, la simulazione. La ricerca del dribbling in area per andare a prendere il rigore rientra nel campo delle abilità… E poi non sopporto il Var che mi allontana dal calcio per come l’ho sempre inteso. Regole che resistono da centocinquant’anni e forse più andrebbero assolutamente difese e tutelate. Siamo in un momento storico in cui nuove situazioni e singolari interpretazioni hanno creato solo confusione, il pubblico fatica a distinguere il fallo dal non fallo, un cartellino da un non cartellino”.

ATTACCO.Sul nostro attacco si è detto tanto, ma abbiamo fatto due gol domenica, a Firenze. È evidente che fino ad oggi Dybala, Pellegrini e Bailey ci hanno dato due mezzi tempi in tre. Recuperandoli, la nostra qualità aumenterà sensibilmente. La qualità di Dybala è veramente da top. Pellegrini è un giocatore di assoluto valore. E Bailey ci darà una grossa mano. Siamo stati un po’ sfortunati con Bailey. Con quei tre e Dovbyk avremo un altro spessore. Perché nel calcio il tutto è valorizzato dal gioco d’attacco”.

NON DA CHAMPIONS. Con realismo, la sua Roma non è da Champions. Non lo è. Questo aumenta il merito, no? Il merito di questi ragazzi. E nel frattempo è chiaro che ci auguriamo di crescere, lo sappiamo anche noi che il nostro primato è abbastanza casuale. Le partite le abbiamo giocate però, non è che ce le ha regalate nessuno. Adesso iniziano gli scontri diretti, ci si misura con le realtà più importanti, però è vero che questa squadra può migliorare, ha dei margini notevoli”.

LE PUNTE.Il calcio è cambiato, oggi è molto più difficile, ti devi adattare molto di più perché c’è un pressing esasperato che prima apparteneva a noi e adesso all’ottanta per cento delle squadre. E non è un caso che sia cambiata anche la mentalità in Italia. Tutti investono sull’attacco. La Juventus ha tre attaccanti fortissimi ed è andata a comprarne altri tre, il Napoli ha preso Lucca, Hojlund, Lang. L’Inter ha quattro punte di primo livello e ha speso in quel settore. Il Milan ha preso attaccanti, la Fiorentina pure, l’Atalanta Sulemana e Krstovic. Prima tutti acquistavano difensori. Nel costruire la squadra si partiva dalla difesa, poi i centrocampisti e se avanzava qualcosa la punta. O le punte. Su questo aspetto c’è stata una discussione per anni con l’Atalanta e quando han preso Zapata siamo andati in Champions. Con Muriel ci siamo tornati, quindi abbiamo puntato su De Ketelaere e Scamacca e abbiamo vinto l’Europa League. Quando hai gli attaccanti forti ti diverti, anche questo è probabilmente un segnale che il calcio è cambiato. È un calcio più difficile, magari meno bello. Se guardi all’estero la tendenza è ancora più esasperata. Solo nell’ultima sessione hanno speso centinaia di milioni per dotarsi di centravanti forti”.

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