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Gasp e Firenze, un rapporto complicato. Da Mutu e Chiesa ai “figli di…”, al Franchi di nuovo in tribuna

Gasperini - Atalanta

Tensioni e parole forti, insulti reciproci ed episodi discussi. Gasp torna a Firenze ancora squalificato

Lunedì era a Coverciano, per il secondo posto alla Panchina d’Oro. Domenica Gian Piero Gasperini tornerà a Firenze per Fiorentina-Atalanta, ma sarà di nuovo squalificato. Così come nell’ultimo incrocio a Campo di Marte, lo scorso anno, sempre a fine marzo, nella semifinale d’andata di Coppa Italia (1-0 per i viola, prima del 4-1 per i nerazzurri a Bergamo). Seguirà la partita di nuovo dalla tribuna, squalificato (da “recidivo”) per qualche parola di troppo all’arbitro di Atalanta-Inter.

Ma il rapporto tra Gasp e Firenze viene da anni complicati. Tensioni, insulti, parole forti. Carattere focoso per il tecnico che a fine stagione potrebbe lasciare la Dea, tra relazioni non sempre semplici con i suoi giocatori (vedi il PapuGomez) e uscite non proprio diplomatiche (tra gli altri si ricorderanno il caso Covid prima della sfida con il Valencia del 2020, la spinta al segretario della Samp, le parole su arbitri, Var e razzismo, le liti con i diversi allenatori). Sportivamente (e forse umanamente) parlando, Firenze è la sua ‘rivale’ principale. Perché al Franchi (e talvolta anche a Bergamo, contro i viola) più volte sono state superate le righe.

DALLA TRIBUNA. Lo scorso marzo 2024 saltò l’andata di Coppa per frasi offensive nei confronti dell’arbitro nel turno precedente contro il Milan, in panchina andò il suo vice Tullio Gritti. Dal 2016/2017, in otto stagioni e mezzo, Gritti è andato in panchina al posto di Gasperini ben 33 volte tra gare intere e subentri in caso di espulsioni. Il tecnico nerazzurri si accomoderà in uno degli skybox, ma senz’altro l’accoglienza non sarà rose e fiori, anche se si spera che stavolta i toni possano restare nei limiti.

QUEL 3-3 DI MARASSI. In principio, probabilmente, fu quella corsa Champions tra Genoa e Fiorentina a scatenare l’astio tra il tecnico di Grugliasco e i colori viola. Era il febbraio 2009, scontro diretto ad un punto di distanza per il 4° posto: i rossoblù rimasero in 10 alla mezz’ora per il doppio giallo a Biava, ma incredibilmente al 56′ erano sul 3-0 con i gol di Thiago Motta, Palladino e Milito. Un rigore di Mutu al 60′ aprì però la clamorosa rimonta viola a Marassi, con tripletta del Fenomeno e 3-3 finale al 94′. Quel campionato Genoa e Fiorentina lo finirono a pari punti, 68, ma in Champions andò la squadra di Prandelli per gli scontri diretti (vittoria 1-0 al Franchi all’andata).

OFFESE, IRONIA E INSULTI. Insomma, forse tutto partì da lì. Ma nel settembre 2018, in quel Fiorentina-Atalanta 2-0, si ebbe l’episodio, dialetticamente parlando, che probabilmente inasprì il tutto. La partita si sbloccò per un rigore concesso per contatto tra Toloi e Chiesa. Gasp andò su tutte le furie, additando senza mezzi termini l’esterno di essere un “simulatore”. “E’ uno dei migliori giovani del nostro campionato, ha l’abitudine di fare certi gesti e deve cominciare a pagarli perché è diseducativo se non lo pagherà”, disse il tecnico nel post-gara, dopo esser corso incontro a Pioli al triplice fischio per manifestare al tecnico parmigiano la propria rabbia. Scene non belle. Così Firenze a gennaio 2020 rispose a suo modo, con l’ironia. “Gasperini uno di noi”, recitava una maglia donata al tecnico atalantino, che però un mese più tardi sempre a Firenze non le mandò a dire: “Io non ho mai insultato nessuno. Oggi ero carico al massimo per la mia squadra, mi sono preso piú volte figlio di p… Mia madre ha fatto la guerra per dare diritto di parola a questi deficienti. Loro sí che sono figli di p…”. Termini forti al termine di una gara fatta di tensioni, con botta e risposta anche tra le proprietà, dopo una gara in cui Gasp fu anche espulso.

CORI E RECRIMINAZIONI. Nel mezzo anche i cori razzisti, uditi distintamente, a Bergamo contro Vlahovic (mesi più tardi anche a Barone e Commisso), anche se lo stesso Gasperini, per identici cori due anni fa in Atalanta-Juve contro il serbo, li definì “non razzistiIo sono d’accordo che il razzismo va combattuto ma non va confuso; se continuiamo a fare di tutta l’erba un fascio allora siamo tutti razzisti. Spesso negli stadi si assiste a forme di insulto”. Tornando ai rapporti con la Fiorentina, si ricorderanno le parole del tecnico atalantino dopo la qualificazione in Conference dei viola del 2022Ci sono stati due rigori inventati dal VAR e i viola hanno segnato un gol irregolare… Abbiamo perso con loro e siamo rimasti fuori dalle coppe perché hanno regalato loro tre gol su cinque”. E ancora, all’inizio della scorsa stagione: “Noi e loro giochiamo sempre nella stessa fascia, sei anni su sette è andata bene a noi e capisco la frustrazione della tifoseria viola nel vedersi superare dall’Atalanta. Ci trattano da big, sono gli insulti che ricevono le squadre importanti. Non è piacevole, a volte mi sembra uno stadio di buoi che danno di cornuto all’asino”.

GLI ULTIMI SCREZI. Due anni fa, ad aprile 2023, quell’1-1 con rigore ai viola per fallo di mano di Toloi ancora fortemente contestato da Gasperini. Come riportò Repubblica, il tecnico se la prese prima con i tifosi viola (“pubblico razzista”, disse), poi con i dirigenti della Fiorentina: “Siete dei ladri”, disse con Pradè ad un passo, con uno sputo che sarebbe finito proprio vicino al ds viola. Scene raccolte anche dalla Procura ma non tramutate, clamorosamente, in provvedimenti. A settembre 2023, nella gara di andata dello scorso campionato, un bel 3-2 viola con Bonaventura, Quarta e Kouame (di Koopmeiners e Lookman le reti atalantine). Altri screzi a distanza. Dal “Vaffa” di Commisso davanti ai tifosi, con riferimento a Gasperini, alla risposta pesante dell’allenatore: “Ogni volta che apre bocca è come scoperchiare un tombino, non voglio neanche rispondergli perché io ho sempre difeso l’Atalanta e non ho mai insultato nessuno. Anzi, di insulti ne ho presi. E’ un maleducato”.

CHAMPIONS E SCUDETTO. A Firenze l’Atalanta non vince dall’aprile 2021, tre vittorie per i viola e un pari nelle ultime quattro sfide al Franchi. Ma Palladino ha sempre perso da allenatore contro il Gasp. All’andata la Fiorentina partì bene, poi si sciolse e uscì sconfitta a Bergamo per 3-2. Domenica la Dea giocherà per restare aggrappata al treno Scudetto, mentre la Fiorentina vuole confermare il ruolo di ‘ammazzagrandi’, di squadra forte con le forti, e continuare il trend avviato con Panathinaikos e Juventus. Spinta da un Franchi che senz’altro sarà carico anche nei confronti di una squadra, e un allenatore, sentiti spesso come rivali negli ultimi anni.

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