L’ex allenatore della Roma, accostato più volte anche alla Fiorentina, ha parlato del ct del Marocco e del centrocampista viola
C’era un ragazzo che non sappiamo se amasse i Beatles o i Rolling Stones, però aveva una corsa elegante e l’espressione intelligente di chi sa come il mondo, se preso per il verso giusto, potrebbe diventare anche uno straordinario parco giochi. Ecco, ad osservare quel ragazzo a bordocampo, Walid Regragui, futuro commissario tecnico del Marocco sorpresa del Mondiale, c’era un giovane uomo di una trentina d’anni, che nello sguardo aveva quel “di più” di coloro che faranno parlare di sé. Si chiamava Rudi Garcia che ha parlato a La Gazzetta dello Sport.
Regragui, da allenatore è meglio che da calciatore.
«Le dico solo che ha cominciato la sua carriera da primo allenatore nel 2014 e ha già vinto quattro trofei importanti. E poi, in pochi mesi, ha cambiato il volto del Marocco. Ma io me l’aspettavo: è l’uomo giusto al posto giusto».
Come ha fatto per costruire un percorso così straordinario?
«Noi ci confrontiamo spesso sul nostro lavoro, però principalmente parliamo della gestione del gruppo. Ecco, Walid ha una intelligenza emotiva fantastica. È davvero bravissimo nel fare in modo che ogni calciatore capisca quello che deve fare».
Faccia un esempio
«Facile: Amrabat. È un giocatore formidabile e visto che sta alla Fiorentina dovreste conoscerlo bene. Lui di solito ama toccare tanto il pallone prima di appoggiarlo ai compagni. Ebbene, è riuscito a convincerlo a dare via la palla il prima possibile e così è diventato uno dei più forti del Mondiale. E non dimentichiamo il lavoro che ha fatto con Ziyech e Mazraoui. Loro avevano lasciato la nazionale, ma Walid è riuscito a convincerli a tornare e ora corrono e difendono come matti. Significa che ha trasmesso qualcosa di speciale».

Di
Redazione LaViola.it