Rassegna Stampa

Gamberini e Calciopoli: “Conquistammo la Champions, mi tolsero un dirigente viola dalle mani…”

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Intervista alla Gazzetta dello Sport per Alessandro Gamberini, ex difensore viola, che si racconta attraverso la lettura di True, la storia di Mike Tyson.

«Tra il 2010 e il 2011 mi hanno truffato due volte e ho perso quasi due milioni, riavendo indietro solo poca roba. All’inizio vorresti avere il pugno di Tyson, poi lentamente metabolizzi, ma perdi la fiducia in tutti. Non sapevo a chi rivolgermi per un aiuto. Si figuri che io mi vergognavo anche di dirlo ai miei genitori per non dare loro un dispiacere. Fu un periodo difficile; ovunque mi voltassi prendevo schiaffi. Quello che mi ha fregato tra l’altro era il mio migliore amico, andavamo in vacanza insieme, invece era un parassita, uno dei tanti che abbiamo intorno, e noi calciatori siamo i loro polli. Entriamo da ragazzi in una giostra e crediamo di capire tutto, mentre in realtà non sappiamo niente. Ad esempio, non siamo in grado di gestire i nostri investimenti. Se compriamo una casa la paghiamo un prezzo più alto; se l’affittiamo, scopriamo che un altro spende la metà. Comunque sa una cosa? Un giorno mi piacerebbe rivedere chi mi ha fregato. Non porto rancore, mi piacerebbe solo sentire quello che hanno da dire. So che vivono felici perché, pur se condannati, risultano nullatenenti. Io sono lo sconfitto; di sicuro avranno fatto sparire i soldi in qualche modo, però il vantaggio è che io la notte posso dormire sereno, mentre loro un giorno faranno fatica a farlo».

Lei ha mai sperperato i suoi soldi?

«No, mai. Tra i calciatori invece c’è il gusto del lusso sfrenato. Capisco che ti piacciano orologi o gioielli, ma perché ostentare? Non lo sopporto, è una mancanza di rispetto. Come se non si rendessero conto del mondo in cui stiamo vivendo».

Stava per impazzire anche quando ai tempi di Calciopoli un dirigente della Fiorentina, credendo di essere spiritoso, le disse: «Ti porto a giocare a Crotone».

«Sì, me lo tolsero dalle mani. Quell’anno avevamo conquistato la Champions e la prima sentenza ci aveva condannato alla Serie B per colpe che noi calciatori non avevamo. A quel punto tanti volevano andare via e quella manifestazione molti di noi non avrebbero avuto mai più modo di giocarla».

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