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Galli: “De Gea parte in ritardo sul gol di Leao. Fiorentina, squadra spenta e ha paura di se stessa”
Le dichiarazioni del doppio ex all’indomani della gara tra rossoneri e viola
Il doppio ex di Milan-Fiorentina, Giovanni Galli ha parlato a Lady Radio: “Il primo tempo è stata una noia inguardabile da parte di tutte e due. Poi sento dire da Allegri che il Milan ha fatto una buona partita, allora il nostro calcio è alla deriva. Nella ripresa ho visto una Fiorentina più tonica, ma dopo il gol del pareggio sono tornati i soliti pensieri”.
DE GEA. “Sul primo gol, De Gea è partito in ritardo perché aveva dei giocatori davanti. Non ha visto l’impatto iniziale di Leao con la palla. Un tiro da 25 metri di interno era parabile. Mandragora lo ha marcato a 5 metri, ma se uno non può fare tirare da 25 metri allora il portiere che ci sta a fare. Non era un tiro impossibile, come poteva essere quello di Nicolussi Caviglia se avesse preso lo specchio”.
ATTEGGIAMENTO. “Credo che questa squadra abbia perso fiducia in se stessa: le troppe aspettative di inizio campionato dopo i 65 punti dello scorso anno, l’aver tenuto tutti e allargato la rosa, l’arrivo di un allenatore navigato e bravo come Pioli, ci avevano portato a farci pensare a un campionato da protagonisti. Io per primo avevo detto che con la rosa dello scorso anno Pioli avremmo fatto 5 punti in più, ad oggi dico che ho fatto un errore. La squadra si è spenta e ha paura di se stessa. L’entusiasmo dopo il gol mi fa pensare…Invece di dare convinzione contro un Milan modesto: non mi sembrava impossibile pareggiare”.
PRADÈ. “Se un ds si rende conto di aver sbagliato e di aver creato delle difficoltà nel portare avanti un progetto è giusto che faccia quelle dichiarazioni, ma deve dare anche le dimissioni, poi sarà la società a decidere se accettare o meno”.
PIOLI. “Non credo che il carattere di Pioli si modifichi per un anno all’estero, è sempre stata una persona pacata e un allenatore che mette i giocatori nelle migliori condizioni fisiche e mentali. Se ci si aspettava un allenatore che ribaltasse tavoli e sedie nello spogliatoio, allora non è lui. Anche a Milano era stato criticato, ma poi è sempre uscito fuori da queste situazioni difficili…Con i 3 punti a partita ci sta tutto, la Roma lo scorso anno lo ha dimostrato, ma il problema è uscire da questa situazione. Per me questa squadra è un serpente: se gli pesti la coda, ti gira e ti morde. Io però vedo una squadra anestetizzata. Invito i giocatori a vivere la città, negli ultimi 5 anni non ho mai incontrato un giocatore della Fiorentina in città. C’è troppa distanza. I primi a fare un passo verso i tifosi devono essere i giocatori”.