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Galdiolo, il salvatore della patria. Quel gol a Pescara è merito suo

CON assoluta presunzione, sarà bene riconoscerlo subito, ma anche con riconoscenza e affetto, vorremmo che queste righe arrivassero a chi vive accanto a Galdiolo, lo aiuta giorno per giorno, e forse, vogliamo ostinatamente sperarlo, lo fa sentire non lontano dal calcio. Sono parole dirette ai suoi amici e ai suoi parenti. E’ un episodio che lui ha vissuto e che ripercorriamo volentieri, tanto più che la trasferta dei viola a Pescara si avvicina. Bisogna ricordare che Giancarlo Galdiolo di Villafranca di Padova è del 1948. Veniva dall’Almas Roma, giocò 229 partite.

ALLO STADIO di Pescara, aprile del 1978, a due giornate dalla fine del campionato, la sua Fiorentina aveva un piede in B. Sono fatti, non impressioni. Segnò l’ex viola Bertarelli, in B c’era un piede e mezzo. Non solo, ma Antognoni sbagliò un rigore. Sì, lui. Desolati pareggiò nella ripresa però non bastava. A un minuto dalla fine (ripetiamo: uno), Galdiolo volle tentare un disperato tiro da lontano verso il portiere Piloni e con l’ex viola Galbiati davanti. Sbagliò completamente. La palla sarebbe finita chissà dove, e invece si vestì di viola. Colpi il centravanti Sella che niente aveva a che vedere in quell’azione, e finì in rete. Eravamo lì, e ci ballava la penna.

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