Prime prove di vera Fiorentina, contro i turchi del Galatasaray dell’imperatore Terim. La mediana è pronta, ora va sistemata e completata. Ma soprattutto è caccia all’esterno d’attacco e ad un altro nove
Qualcuno si aspettava Modric in mezzo al campo e Ibrahimovic davanti. Ma per innesti di questo calibro non basta avere il patrimonio di Commisso. Entrano in gioco il fair play finanziario, l’appeal di una squadra che non giocherà in Europa e che si è salvata all’ultimo momento l’anno scorso, e che non può splafonare senza criterio. C’era poi una rosa piena di esuberi e calciatori non funzionali, che in larga parte è stata sfoltita, ma che ancora presenta delle pedine da piazzare. E c’era una mediana da rifare ex novo.
Fin qui gli uomini mercato viola si sono mossi con idee chiare e una strategia ben definita: dare a Montella calciatori pronti, senza problemi di ambientamento, e soprattutto funzionali e duttili. Perché Boateng può fare tutti i ruoli davanti e giocare anche in mezzo al campo. Badelj e Pulgar sono perfettamente compatibili e possono permettere all’aeroplanino di giocare anche con un centrocampo a due, facendo sia il 4-3-3 che il 4-2-3-1. E Lirola è un colpo importante. Nulla da dire. Che piacciano o meno gli acquisti, la coerenza ha regnato sovrana nel modus operandi della Fiorentina. Ora l’attenzione passerà tutta sul reparto d’attacco.
Serve un esterno offensivo forte. E molti indizi portano ad un mancino che giochi a destra nei tre in un 4-3-3 o nei tre dietro la punta nel 4-2-3-1 per permettere a Chiesa di giocare a sinistra. Politano sarebbe perfetto, per identikit. Berardi idem. Ma su entrambi ci vogliono denari sonanti. Per l’esterno dell’Inter c’è la doppia carta Benassi-Biraghi, entrambi seguiti dai nerazzurri. Ma per lasciar partire Biraghi serve prima trovare un esterno all’altezza. Su Berardi, di cui Montella e Pradé sono da sempre estimatori, non ci sembrano esserci margini per strapparlo a Squinzi.
E poi c’è De Paul. Altro nome molto caldo per questi ultimi venti giorni di calciomercato. Per l’argentino non serve altro che staccare un assegno da 30 milioni di euro poco più. Il suo arrivo sarebbe un colpo top. Il più caro degli ultimi vent’anni, per esborso, e sarebbe sinonimo di salto di qualità. Può giocare in mezzo al campo, dietro la punta, come esterno alto, o nei tre dietro la punta. A proposito della duttilità di cui sopra. E poi c’è Keita. Profilo che piace, e che il Monaco vuol lasciar partire. Ma qui, in caso, anziché spendere sul cartellino ci sarebbe da spendere sull’ingaggio, e trovare un’intesa con i biancorossi monegaschi. Può essere un nome spendibile.
Un esterno d’attacco, con un occhio al nove. Meglio se in grado di poter fare entrambe le cose. Ma ne dovrebbero entrare comunque due di calciatori offensivi. Simeone andrà via, mentre Sottil resterà. E poi c’è da sistemare ulteriormente il centrocampo. Serve un altro colpo anche lì. Tonali? Ormai è quasi impossibile arrivarci adesso. Ma Pradé ci ha provato a più ripetizioni. E questo lascia pensare che, se l’investimento in ponte era sulla base di una trentina di milioni, come quello che richiede Cellino per il regista bresciano, e che dopo l’ennesimo no delle rondinelle ne sono stati spesi meno di 11 per Pulgar, restano una ventina di milioni in saccoccia per un colpo importante. Dove saranno investiti? O arriva un profilo alla Berge, con quindi tre profili low cost o in prestito davanti, oppure un esterno d’attacco costoso e un centrocampista low cost. Qualcuno, infatti, dovrà arrivare in prestito. O da svincolato (Llorente?). Ecco perché De Rossi e Nainggolan erano stati trattati dal ds viola. Sarebbero arrivati a costo zero, con un ingaggio comunque sostenibile, conoscendo perfettamente il calcio italiano. Ma ormai, questa, è storia passata.
Tre pedine, insomma, sono ancora attese. Tre calciatori forti, o comunque ‘titolabili’. Il 10 d’agosto è passato. E ora si entra nel vivo del mercato. Contro il Gala di Terim, intanto, Montella potrà già iniziare a provare qualcosa rispetto alle amichevoli giocate con Cristoforo e Saponara. In attesa che Pradé e Barone completino un rosa che rispetti le attese.
Di
Gianluca Bigiotti