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Il futuro del Milan passa dall’Uefa: martedì la decisione
Il club rossonero si attende una multa tra i 14 e 17 milioni di euro ma teme per le pene accessorie
Come riporta Tuttosport, martedì mattina, alle 9.30, il Milan e la Uefa si troveranno nuovamente faccia a faccia e, questa volta, si dovrà chiudere il cerchio relativo alle sanzioni che la federcalcio europea dovrà comminare al club rossonero per la violazione della break-even rule relativa al triennio 2014-2017.
In quei tre esercizi, il club di via Aldo Rossi ha sforato i parametri del Fair Play Finanziario, ma con la proprietà cinese, questo buco era stato utilizzato dall’Uefa come una delle motivazioni per arrivare alla non concessione sia del voluntary sia del settlement agreement e, in ultima istanza, all’esclusione del Milan dalle coppe europee. Consentendo all’Atalanta di accedere alla fase a gironi e alla Fiorentina ai preliminari.
La sentenza del TAS, però, ha riammesso i rossoneri all’attuale edizione dell’Europa League e ha rimandato la questione alla camera giudicante, che dovrà commisurare una pena equa per le violazioni fatte nell’ultimo triennio di gestione Berlusconi.
MULTA E PENE ACCESSORIE. Dal rendez-vous di Nyon il Milan si aspetta una sanzione pecuniaria, che dovrebbe aggirarsi tra i 14 e 17 milioni di euro. Esattamente come accaduto per Inter e Roma, un terzo di tale somma sarà da pagare immediatamente mentre i restanti due terzi saranno congelati e potranno essere comminati o meno in base ai risultati economici che il club rossonero farà registrare nei prossimi anni di monitoraggio.
Fosse così, sarebbe quasi un successo, ma il timore è che possano essere comminate anche delle pene accessorie che debbano essere scontate all’interno di questa stagione. In particolar modo, l’Uefa potrebbe imporre la riduzione della rosa iscritta all’Europa League (sanzione che, al momento, sembra poco praticabile), impedire al Milan di iscrivere i nuovi acquisti (lasciando così liberi eventuali cambiamenti, il che permetterebbe a Conti di essere inserito) oppure condizionare i tre cambi a disposizione a gennaio alle operazioni di mercato.
Ciò vorrebbe dire che per inserire Paquetà, costato 35 milioni, il Milan dovrebbe produrre cessioni dai calciatori già in lista Uefa con un valore pari o superiore a 35 milioni di euro.
Una volta sistemato il triennio della discordia, il club di via Aldo Rossi – che martedì sarà rappresentato in primis dal presidente Paolo Scaroni – dovrà ritornare a Nyon in primavera per intraprendere un nuovo percorso dentro le regole del Fair Play Finanziario con un nuovo triennio da prendere in esame.
