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Frey: “Dobbiamo proteggere Bernardeschi, farne l’icona viola come Antognoni e Bati”
Parla così Sebastien Frey al media ufficiale viola: “Il primo ricordo è il primo incontro per firmare con la Fiorentina, quando c’erano centinaia di tifosi ad accogliere me e gli altri. Lì si capiva cosa stava riniziando a Firenze. Il primo approccio è stato favoloso, con l’allenatore nuovo. Abbiamo iniziato con una vittoria, lo stadio pieno, il pubblico ci seguiva. E poi una grande stagione. Con quel gruppo ci sentiamo spesso, e ci incontriamo spesso a Firenze. Mutu, Gilardino, Pasqual, Ujfalusi, Jorgensen, Dainelli, Lupatelli, che per me è stato come un fratello, un grande amico. Fare da secondo non è facile, è sempre stato a disposizione. Io da allenatore lo prenderei subito, il Lupo, nello spogliatoio. Non voglio però allenare, ho voluto staccare due anni fa quando ho smesso.
Faccio parte dell’Inter Forever, squadra che gioca per beneficenza. Dovrebbe farlo anche la Fiorentina, fare una squadra di grandi nomi, vecchie glorie ed andare in giro per il mondo. La festa per i 90 anni? Di solito gestisco sempre la pressione, ma entrare in campo, sentire gli applausi della gente, mi ha emozionato molto. Mi sono sentito come un bambino. Bernardeschi? Dobbiamo puntarci, dobbiamo proteggerlo per farlo diventare un’icona della Fiorentina, come sono stati Antognoni e Batistuta. Nella mia generazione eravamo in tanti magari, e ci siamo divisi il compito. Ma come punto di partenza possiamo puntare su un grande giocatore e costruire la squadra intorno. Nuovo stadio? Ci vuole, anche a livello economico è una spesa che torna indietro. Saluto tutti i tifosi viola”