Minuti interminabili con il coro per il campione francese, a partita abbondantemente finita: i tifosi restano in curva per il tributo a Ribery.
Franchi stracolmo, con quasi 38.000 spettatori, che di solito ci sono solo quando arriva la Juve. E la curva Fiesole che non è uscita neppure al novantesimo per aspettare Ribery e accoglierlo all’uscita con un martellante: «Franck…Franck…Franck…». Un urlo che ha fatto correre a tutti un lungo brivido sulla pelle. Curva che non si svuotava e quell’urlo che non smetteva più. Bellissimo. E sia chiaro, Ribery non ha giocato la sua partita più bella. Di preziosismi certo ne ha regalati, semplicemente perché, come cantavano in curva, è il Fenomeno, la Leggenda, ma è per il cuore che non ha lesinato che la gente lo adora. Perché si mette a fare anche il gregario se non gli viene il colpo vincente. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.
FRANCK SOUND. Da una parte c’è il campione, o meglio “il fenomeno”: perché è da quando Franck Ribery si è preso una maglia da titolare, contro la Juventus, che la Fiorentina viaggia a ritmo spedito (due pareggi e tre vittorie in 5 gare). Dall’altra c’è Firenze con la sua tifoseria spettacolare. I tre-cinque-sette-dieci minuti, anzi di più, di “Franck sound” intonato dalla Curva Fiesole e dal resto dello stadio, tipo il “geyser sound” dell’Islanda ma al ritmo dell’unica parola gridata, Franck, diventano eterni. Ce ne vuole di fiato per per accompagnare l’intervista a bordo campo del campione francese, eppure è questo il grido d’amore che irrompe. «Sono molto felice quando vedo un ambiente così – ha detto lo stesso Ribery assistendo a questo spettacolo –. Abbiamo giocato con cuore e coraggio per loro (ed indica proprio i tifosi, ndr). E’ meraviglioso scendere in campo per vivere momenti tanto belli, dobbiamo lavorare ancora e bene, come fatto fino ad ora. Perché anche oggi (ieri, ndr) abbiamo vinto una gara molto complicata. Io fenomeno? Il vero fenomeno è il nostro pubblico: tutto questo calore mi fa bene, è il motivo per il quale amo il calcio. Firenze piace a me e alla mia famiglia».
SOTTO I TIFOSI. Subito dopo è corso da loro, dalla sua gente, di fronte allo striscione “di Firenze vanto e gloria”: li ha ringraziati, si è battuto il pugno sul cuore ed è tornato negli spogliatoi. In tribuna, in uno sky box, c’era sua moglie, Wahiba, e pure lei si è goduta lo spettacolo. Ha sorriso quando ha visto suo marito fermarsi, per strada, per salutare l’onda viola.

Di
Redazione LaViola.it