Su La Repubblica si fa il punto sui nuovi rapporti tra la società viola e il Comune, in attesa del ritorno di Commisso. Una possibile collaborazione su più fronti
Mercoledì un primo contatto informale definito «positivo» con il dg Joe Barone. Domani visita al Viola Park di Bagno a Ripoli con tutte le istituzioni e le categorie economiche fiorentine. Settimana prossima un vertice vero e proprio tra Comune e Fiorentina sul nuovo stadio, per esaminare la road map della progettazione e della futura cantierizzazione dello stadio sperando di evitare il trasloco. Da una parte una collaborazione sullo sfruttamento dei diritti potenzialmente milionari del “naming” del nuovo avveniristico Franchi, dall’altra un confronto per cercare di capire se la proprietà viola potrà entrare nell’operazione da 15 mila metri quadrati di commerciale, terziario e alberghiero prevista a Campo di Marte. Così scrive La Repubblica.
DISGELO? Chissà, probabilmente è presto per parlare di disgelo. Ma un canale di dialogo tra Palazzo Vecchio e la Fiorentina sembra essere tornato, ora che il progetto del nuovo stadio comincia a girare il mondo e a svelarsi nei dettagli. «Per noi Franchi discorso chiuso» aveva ringhiato qualche mese fa il patron Rocco Commisso, ma uno spiraglio di diplomazia da qualche giorno si è riaperto. Timido, pieno di insidie, forse destinato a richiudersi non appena Rocco dagli Usa tornerà e valuterà che senza certezza di fatturato non è disposto a tirare fuori un euro. Eppure un barlume di speranza adesso affiora. Quel “bellissimo” bisbigliato da Barone al sindaco Nardella in diretta alla cerimonia di presentazione del disegno vincitore lunedì nascondeva qualcosa, forse.
NOME E COMMERCIALE. Si lancerà, la Fiorentina, su quei 15 mila metri quadrati di area commerciale nel parco? Chi ha parlato con la proprietà sostiene che l’interesse ci sia, ma anche i dubbi. Però la gestione del commerciale dentro lo stadio ai Viola interessa eccome. E sarebbero altri 7-8 mila metri quadrati. Oltre a 28 nuovi sky box (i 20 attuali fruttano 100 mila euro l’anno). E al naming, cioè la sponsorizzazione dello stadio, che continuerà a chiamarsi “Franchi” ma potrà vendere i diritti, stile Tottenham o Juventus. Con la mega tettoia di fatto scompare la “D” e questo fa già storcere un po’ il naso dalle parti della Soprintendenza.
Di
Redazione LaViola.it