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Francesco Motta: “Tifosissimo della Viola, rapito dalla Fiesole e da Batistuta”

Il cantautore pisano, tifoso della Fiorentina, parla del suo tifo per i colori viola: “Mi interesserebbe scrivere un inno viola. Astori…”.

Francesco Motta, cantautore tifoso viola, è stato intervistato da Tuttosport. Ecco alcune sue parole: “Appena 3 giorni fa hanno comunicato che ho vinto il premio Tenco. “Vivere o morire” è stato giudicato il disco dell’anno. Sono felice, non avete idea di quanto sia contento. Ho messo l’anima per questo disco. Non era mai successo che un cantante vincesse 2 premi Tenco, così prestigiosi, con i suoi primi 2 dischi”.

IL PRIMO APPROCCIO CON LA FIORENTINA. “La cosa più assurda del mondo è che io che sono pisano ma di famiglia livornese, e chiaramente mio padre è del Livorno, e chiaramente si sa cosa dicono i pisani dei fiorentini e i fiorentini dei pisani. E i pisani dei livornesi e viceversa. E i livornesi dei fiorentini e viceversa. In Toscana è sempre tutti contro tutti. Non c’hai mai una città alleata. E quindi pensate che infanzia difficile e tormentata ho potuto passare io da pisano figlio di livornesi che tifavo per la Viola. Nel febbraio del 1995, a 8 anni, ebbi il privilegio di vedere la mia prima partita allo stadio. Mio padre lavorava a Firenze, a quel tempo. Vidi la Fiorentina pareggiare 2 a 2 con l’Inter, con gol finale di Bati. Babbo mi portò in curva Fiesole, nonostante la nostra pisanità e livornesità. Fu una partita emozionantissima. In più, vissuta dalla Fiesole. Fui letteralmente rapito dalla Viola. So ancora a memoria la formazione di quella stagione. E la uso spesso. Nel senso che la ripeto per fare la prova suono, il soundcheck prima dei concerti. Anche così la Fiorentina è dentro di me. Perché anche la Viola è musica”.

BATISTUTA E I TIFOSI. “Sono cambiate tante cose nella mia vita, adesso di anni ne ho 31, ma il calcio resta lo sport che più mi piace. Io idolatravo Batistuta, in camera avevo un suo poster gigantesco. Non scorderò mai la partita di Barcellona con Bati che fece quel gol che zittì tutto il Camp Nou. Ci manca sovente, oggi, un campione con un’umanità del genere. Ma manca anche in troppe persone comuni, l’umanità. Io da ragazzino ero proprio fissatissimo per la Viola. E siccome la amo ancora adesso, ovviamente, mi ha fatto un piacere pazzesco ricevere la sciarpa che hanno realizzato il gruppo dei tifosi fiorentini che abitano al Nord. Ci hanno fatto scrivere sopra il titolo di un mio pezzo. Uno pensa subito a “Sei bella davvero”. Invece no, hanno scelto uno slogan assurdo ma geniale, l’accostamento con la canzone “Prima o poi ci passerà”, con questa frase che ripeto all’infinito, e non passa mai: e c’è tutta la Fiorentina, lì”.

FUTURO. “Comporre una canzone con dentro la Fiorentina potrebbe rappresentare un nuovo gancio emotivo che mi riporterebbe a quand’ero un ragazzino. Ma credo che mi potrebbe interessare molto di più comporre un inno per la Viola. Però dubito che lo farebbero scrivere a un pisano. Io so che l’Italia ha avuto solo un calciatore partigiano, poi tradito e ammazzato, che prima aveva giocato nella Fiorentina e nel Toro, due tifoserie amiche per mille ragioni: Bruno Neri. E c’è da essere orgogliosi di averlo avuto in squadra”.

IL CAPITANO. “Ma ora abbiamo anche il ricordo di Astori. Il commento unanime è stato: era una grande persona. E’ fondamentale non avere solo i piedi, ma anche il cervello e il cuore. Ci si deve sempre ricordare che si è parte di uno spettacolo e che i calciatori influenzano tantissimo prima di tutto i bambini, come successe a me con Bati. E quindi bisogna saper assumersi questa responsabilità. E tutti hanno detto: a parte le qualità coi piedi, Astori era proprio una bella persona, e dava un bell’esempio”.

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