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Francesco Flachi: “Io, re di Genova e tifoso viola”

Quel ragazzo che giocava (e forse giocherebbe ancora) bene, è di Firenze. Ha aperto e gestice una paninoteca, sempre a Firenze, e ha la Fiorentina nel cuore. Quel ragazzo comunque lo puoi riconoscere anche per un’altra ragione. A Genova, sponda Sampdoria, è considerato un eroe. Una bandiera. Più di Vialli, si dice, e quasi come Roberto Mancini.
«Mmm… – sussurra Francesco Flachi –, siamo sicuri? Secondo me, con Mancini posso anche condividere il gradino più alto del podio. Oh, sia chiaro che non lo dico per invidia o altro, ma è la verità…».
Così, quel ragazzo cresciuto con la maglia e il cuore viola, alla fine è diventato un idolo del popolo blucerchiato.
«Bello eh?», sorride dopo aver deciso di aprire l’album dei ricordi e delle emozioni che custodisce con gelosia.
Cominciamo: Flachi e la Fiorentina, quale la sensazione più forte per accompagnare questa accoppiata?
«Un cruccio».
Ovvero?
«Essere passato dalla Fiorentina quando ero troppo giovane. Sono nato viola, sono nato tifoso della Fiorentina e ho realizzato il sogno, bellissimo, di giocare nella mia squadra. Però è accaduto quando ero un ragazzino e mi sarebbe piaciuto viverlo più avanti, nella mia piena maturità professionale».
E invece è arrivata la Samp…
Ma come ha fatto a diventare un re nella squadra che sul suo trono aveva visto calibri come Vialli e Mancini?
«Credo sia iniziato tutto con la scelta, per la verità un po’ matta, che feci al termine della mia terza stagione in blucerchiato. Avevo il contratto in scadenza, la Samp stava lottanto per non retrocedere e a me arrivò un’offerta spettacolare dal Monaco: 9 milioni per tre stagioni, con Deschamps che era venuto al Marassi per vedermi».
Quindi?
«Ero tentato, certo. Erano tanti soldi, poi mi sono detto, ma mi ci vedo io a Montecarlo, con questo ingaggio, con una vita diversa da qui, a casa mia… Macchè».
E allora?
«Ci pensai bene, poi vidi che là, in quel campionato gli stadi non sono ’caldi’ come da noi… Alla fine rifiutai e rinnovai con la Samp. La gente, i tifosi, quasi non ci credevano. E da quel momento sono diventato colui che non ha abbandonato la nave, non ha tradito una Samp in affanno. Sì, un eroe».
Torniamo a Firenze?
«Certo».
Perchè il giovane e promettente Flachi se ne andò, come dice lei, da ragazzino?
«Fu nell’estate del 1999. Non rinnovai il contratto al termine di una trattativa che non mi piacque… ero rientrato in viola dall’Ancona, dove avevo fatto bene. Speravo di ottenere un buon contratto, ma mi fu proposto un rinnovo con l’immediata conseguenza di andare di nuovo a giocare altrove, in prestito. No, non è quello che volevo e poi quando mi esclusero dalla foto ufficiale della squadra… beh, ci rimasi male e decisi di andarmene».
Chi la chiamò alla Samp?
«Mi vollero il presidente Mantovani e il ds Arnuzzo. Rappresentavo un ottimo affare. Arrivavo gratis, ero giovane…».
E fece subito bene?
«Direi di sì, anche se l’allenatore di quella Samp, Ventura, aveva un suo gruppo e mi fece giocare con il contagocce. Poi, l’anno successivo…».
Quel ragazzo che giocava bene a Firenze, iniziò a giocare benissimo a Genova?
«Esatto. In panchina c’era Cagni. Feci 17 gol. Fu una stagione molto positiva per me. Sì, con quella Samp raggiunsi la maturità che avrei voluto raggiungere con la Fiorentina».
Fotografie di due gol. Il più bello con la maglia viola?
«Fiorentina-Cosenza, la mia prima rete da fiorentino nella Fiorentina. Con tanto di giro sotto la curva. Indimenticabile. Poi non posso non citare il mio esordio in campionato in Fiorentina-Palermo. Finì 4-1, indossai la maglia numero 10 e feci tre assist…».
La rete più bella da blucerchiato?
«Forse può anche non essere stata la più bella, ma di sicuro la più importante. Segnai nel 2-0 contro il Messina e con quella partita ci mettemmo in salvo. Allora erano quattro le squadre che andavano giù».
Flachi, siamo alla sfida di domani. Pronostico?
«Visto che ho il cuore diviso a metà, il pareggio è il risultato più probabile. E in ogni caso, credo che Fiorentina e Samp siano si assomiglino. Non sarà una passeggiata per nessuno».
Quali i punti in comune fra il gruppo di Sousa e quello di Giampaolo?
«Fiorentina e Samp sono molto forti in attacco. In viola ci sono Kalinic, Ilicic, Berna… La Samp, invece, secondo me ha in Muriel un giocatore straordinario. E’ fortissimo, quest’anno non è alle prese con problemi fisici… Sì, chi trova in lui similitudini con Ronaldo non sbaglia».
Dunque?
«Fiorentina e Samp vantano un attacco molto forte e non mi sembrano sicurissime in difesa».
Flachi, qual è il suo giudizio su Sousa?
«Lo vedo cambiato rispetto a un anno fa. Forse tutto è legato al fatto che 12 mesi fa la Fiorentina di Sousa giocava un calcio molto bello, era prima in classifica e poi, da gennaio tutto ha preso una dimensione diversa. Sousa è un buonissimo allenatore, ma lo ripeto, lo vedo un po’ cambiato».
Il suo punto di vista su Giampaolo?
«E’ un tecnico con le idee giuste, ma deve anche abituarsi a cambiare un po’. Cambiare in corsa, cambiare assetti. Ha fatto benissimo a Empoli e ora è in cerca della consacrazione definitiva».

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