Editoriali

Forse non sarà da Champions, ma neppure da bassifondi. Fiorentina, devi ritrovare te stessa

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La Fiorentina è chiamata a ritrovarsi. Di fronte c’è il Milan, ma soprattutto il rischio di ritrovarsi a vivere un incubo da cui svegliarsi quanto prima

Ok, forse questa Fiorentina non era da lotta per la zona Champions come dichiarato da alcuni protagonisti viola durante l’estate, Pioli in primis. Quell’asticella che era stata alzata a parole, ma anche coi fatti (92 milioni di euro di spese per acquisti, sì ok, con delle cessioni, ma comunque con 92 milioni di euro di acquisti, l’ingaggio di uno dei soli 4 allenatori che in Serie A hanno vinto uno Scudetto come Pioli, la conferma di quasi tutto il gruppo dei titolari che era arrivato sesto, con rinnovo da oltre 5 milioni netti a Kean e oltre 3 a De Gea), deve essere riabbassata. Ma che questo organico sia da lotta per i bassifondi del campionato è difficile da pensarlo.

GIUSTO. Ciò che la Serie A sta dicendo sin qui, però, non induce ad essere troppo ottimisti. Per quanto con la Roma si siano visti dei piccoli passi in avanti da parte della squadra di Pioli, che con un po’ di buona sorte in più poteva anche uscire con 1 o 3 punti dal match coi giallorossi, è anche vero che col Pisa poteva arrivare un ko che sarebbe stato meritato. Volendo fare il conto del ‘se e ma’, se la Fiorentina non avesse preso l’1-1 col Cagliari allo scadere, se questo e se quell’altro…In linea di massima, al netto di situazioni favorevoli o sfavorevoli, si può serenamente dire che quanto ha ottenuto la Fiorentina fin qui sia stato meritato. Ed è questo ciò che fa spavento. Non si è ancora vista un’identità, un’idea di squadra ancor prima che di gioco. Chiunque ci fosse di fronte. E ok che siamo all’inizio della stagione, che il cambio di allenatore, che lo stadio a mezzo servizio, che questo e che quell’altro. Gli altri, però, non aspettano. E soprattutto, se il trend non dovesse cambiare in fretta, la Fiorentina si potrebbe ritrovare tra tre giornate con l’acqua davvero alla gola.

TRIS. Milan domenica a San Siro, Bologna in casa e Inter ancora a San Siro. O la squadra viola svolta, in gioco e risultati, oppure alla nona giornata potrebbe essere a 3-4-5-6 punti in classifica, a seconda dei risultati che si voglia ipotizzare coi prossimi tre avversari. Giovedì, nel dubbio, anche la delicata trasferta di Conference col Rapid. Ecco, senza voler fare allarmismi, ma se nelle prossime 4 partite dovessero arrivare altre batoste, allora il piano della stagione viola potrebbe dover cambiare. Non (sol)tanto nella guida tecnica, ma anche nel doversi ritrovare a dover lottare per la salvezza. Scenario che avrebbe delle ripercussioni anche sulle ambizioni di vincere qualcosa nelle coppe, perché la priorità diventerebbe la permanenza in Serie A. Qualcosa di inimmaginabile fino a poche settimane fa. Lo sembra anche adesso. Un incubo da cui la Fiorentina deve svegliarsi in fretta.

RITROVARSI. La chiave sta lì, nella testa. Gudmundsson, Kean, Dodo, Gosens e (sostanzialmente) tutti i singoli stanno facendo una stagione troppo sottotono per essere vera. Al netto dell’avversario di turno, chi che sia, serve che la Fiorentina ritrovi se stessa, fiducia, autostima. Un anno fa, l’undici che scese in campo dal 1’ a San Siro col Milan era: (3-5-2) De Gea, Pongracic, Pablo Marì, Ranieri; Dodo, Mandragora, Fagioli, Parisi; Gudmundsson, Kean. Praticamente lo stesso, o quasi, che si annuncia come titolare domenica, con Gosens a sinistra e uno in mediana al posto di Cataldi (mica Maradona eh). E quella Fiorentina ebbe svariate occasioni, andò avanti 0-2 e vide il gol del 2-3 di Dodo annullato allo scadere per questione di centimetri. Ovviamente il Milan era un po’ diverso rispetto a questo, ma neanche poi tanto. Almeno negli uomini. Non è impossibile, insomma. Basterebbe provare a crederci.

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