Le dichiarazioni del giovane portiere della Primavera viola
Un ragazzo già maturo al cospetto della sua giovane età, così lo descrive chi lo conosce bene. Gabriele Fogli di professione fa il portiere della Fiorentina Primavera ed è stato protagonista nella prima vittoria della squadra di Aquilani in campionato, nella quale è rimasto imbattuto. Toscano originario della provincia di Pisa e nipote d’arte, visto che suo nonno era quel Romano Fogli, campione d’Europa e del Mondo con il Milan oltre ad essere stato il vice di Trapattoni proprio a Firenze. Il calcio e la maglia viola nel destino per il giovane classe 2003 che si è raccontato in esclusiva a LaViola.it:
Come sta la squadra dopo la vittoria contro il Sassuolo?
“Era la mia prima partita da titolare al Franchi ed è stata un’emozione particolare. Essere riuscito a tenere la porta inviolata e vincere la partita mi ha fatto grande piacere. Tutta la squadra è molto contenta del risultato che secondo me ci rende giustizia per il gioco espresso, non solo in quest’ultima partita ma anche nelle 2 precedenti”.
Com’è il ruolo del portiere con un allenatore come Aquilani che imposta l’azione dl basso?
“Ormai è più di un anno che lavoro con il mister sul campo e fin da subito ha cercato di insegnarmi la costruzione dal basso. I primi mesi ho fatto moltissima fatica, non riuscivo a capire cosa mi chiedesse anche perché non ero mai stato abituato a quel tipo di gioco, ma con il passare del tempo sono migliorato molto”.
Tra gli allenatori e i preparatori avuti negli anni, chi è che ti ha marcato di più?
“Ho avuti molti preparatori dei portieri e da ognuno di loro ho appreso qualcosa. Da più di un anno mi alleno con Mister Testi: mi ha sempre dato il suo appoggio e grazie a lui ho imparato moltissimo. Un altro è mister Misefori, del quale ho un bellissimo ricordo: una bravissima persona sia dentro che fuori dal campo”.
Come hai iniziato a giocare a calcio?
“Ho iniziato a giocare a 5 anni nella squadra del mio paese, a Santa Maria a Monte, e ho fin da subito giocato in porta: mio nonno è colui che mi ha trasmesso la passione per il calcio. Avevo fatto provini per altre squadre, ma all’età di 14 anni feci un provino a Firenze e probabilmente per la vicinanza a casa, mio padre decise di mandarmi qui”.
Che ruolo ha avuto la tua famiglia in questi anni?
“E’ stata molto importante, mi ha sempre appoggiato in tutto e per tutto. Sacrifici? No, non direi, se si parla di vedere poco la famiglia e gli amici sono convinto che se un ragazzo gioca con voglia e con passione poi non sente per niente questo ‘peso”’.
Chi erano i tuoi idoli e oggi chi sono i tuoi modelli?
“Devo essere sincero, da bambino non ho mai avuto idoli, ma adesso se dovessi scegliere dei modelli direi Oblak per il suo modo di parare ed Ederson per la facilità con cui gioca con i piedi”.
Cosa ruberesti ai due portieri della Prima Squadra?
“A Dragowski ruberei il suo modo di parare nell’uno contro uno, invece da Terracciano prenderei la sua tranquillità in porta e la capacità di non sbagliare praticamente mai sia tra i pali che con il pallone tra i piedi”.
Qual è il tuo punto di forza e in cosa ti senti di dover migliorare?
“Il mio punto di forza più grande credo sia la bravura fra i pali, invece da migliorare direi senza alcun dubbio il gioco con i piedi, anche se credo di essere migliorato molto con il tempo”.
Com’era il tuo rapporto con tuo nonno? Da ex calciatore ti dava consigli?
“Nonno non ha mai dato consigli proprio effettivi sul come giocare, ma c’è una frase che mi ripeteva sempre: “Fai a modo”. Si riferiva al comportarsi bene ed essere sempre rispettosi. Di ricordi ne ho tanti con lui, ma quelli più belli credo siano quando da bambino al campo calciava in porta e io paravo”.
Gabriele Fogli fuori dal campo chi è?
“Credo di definirmi un ragazzo tranquillo: devo finire l’ultimo anno di superiori, sto studiando in una scuola privata con indirizzo finanzia e marketing a Firenze, e nel tempo libero cerco sempre di uscire con gli amici. La sera prima di andare a letto gioco molto alla play. Prima delle partite non ho riti scaramantici, ma l’unica cosa che faccio e che mi piace fare è ascoltare musica dal momento della partenza per andare allo stadio fino a 5 minuti prima di entrare in campo”.
Che obiettivi hai per questa stagione?
“Gli obbiettivi di squadra sono quelli di toglierci più soddisfazioni possibili, come obbiettivi personali invece, sicuramente di migliorare ancora e sempre di più”.
Qual è il tuo sogno più grande?
“Sogno di giocare per tanti anni in Serie A e magari anche arrivare a giocare in Nazionale”.
Di
Mattia Zupo