Il bilancio è ancora negativo, ma il finale è tutto da scrivere. L’esclusione per motivi personali e i guizzi decisivi in Conference: è il momento di M’Bala
Sgomberiamo subito il campo dalle incomprensioni: prima che la Fiorentina scenda in campo col Monza, la stagione di M’Bala Nzola è da considerare insufficiente. Dopodiché i voti si danno alla fine e non si può ignorare che di fronte ci siano le partite che contano di più. Per chiudere al meglio il campionato, per alzare un trofeo, per rifarsi contro l’Atalanta. Partite che pesano un (bel) po’ di più e che quindi spostano i giudizi, scrive il Corriere Fiorentino.
FLOP. Nzola non era certo la prima scelta assoluta di Vincenzo Italiano, probabilmente lo è stata tra i profili che il club poteva acquistare. Il fatto che i due avessero lavorato insieme con risultati soddisfacenti a Trapani e Spezia lasciava pensare che potesse essere la svolta della sua carriera, a 28 anni da compiere ad agosto, e intimava ad essere ottimisti. Occasioni ne ha avute l’angolano, anche perché prima dell’arrivo di Belotti è stato l’unico numero 9 della squadra. E in inverno aveva pure rinunciato alla Coppa d’Africa per restare a Firenze e dare il suo contributo, ma poco è cambiato.
LA RINASCITA. E così quando è arrivato Belotti c’è voluto poco per capire chi sarebbe stato il titolare del 2024. Così Nzola, uno che ha bisogno di sentire sempre fiducia, ha avuto ancor più difficoltà. Ha avuto a disposizione una manciata di minuti e ha fatto ancora più fatica a incidere, soffrendo mentalmente il ruolo da vice in cui era piombato. Fino alla «sparizione» delle ultime settimane, quando è rimasto fuori dai convocati per «motivi personali». Quali fossero, Italiano e i dirigenti lo hanno nascosto per tutelarlo. Operazione riuscita perché toccato il fondo della sua esperienza alla Fiorentina, Nzola ha avuto la forza di rialzarsi. La rete allo scadere nella semifinale d’andata contro il Bruges è di quelle che valgono una stagione, e ti cambiano la testa. Il calcio di rigore (decisivo per la qualificazione) conquistato al ritorno in Belgio lo ha reso un eroe in città. «Stai a vedere che ad Atene la decide lui», scherzano i tifosi quando parlano tra loro.
BILANCIO. Al momento sono 6 le reti segnate nelle 43 partite con la Fiorentina (di cui la metà in Conference) per un totale di 2.000 minuti giocati: quasi 1.000 in meno dello scorso anno (2.900’) quando nonostante le 34 presenze era un titolare fisso. I gol, allora, erano stati 15. È lui il primo a non essere soddisfatto di cifre del genere: proprio per questo cerca il riscatto nei giorni in cui si fa la storia. «Quando M’Bala ha la testa a posto e si mette nel cervello di fare il calciatore, sa farlo. Si tratta di un recupero importante per noi da qui alla fine» aveva sintetizzato Italiano. Non resta che fidarsi.
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Redazione LaViola.it