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Fisioterapista Ribery: “Una macchina da guerra, farebbe la differenza in viola. E parla italiano”

Parla Gianni Bianchi, l’uomo che ha cambiato la carriera del campione francese: “Già Gomez mi disse di seguirlo a Firenze”. Ora potrebbe arrivare con Ribery.

Legame strettissimo tra Gianni Bianchi, fisioterapista, e Franck Ribery, 36enne francese che è vicino alla Fiorentina. A Gianlucadimarzio.com parla lo stesso Bianchi, dal 2010 a fianco dell’ex Bayern Monaco: “Franck è una macchina da guerra. Ha bisogno di un po’ di manutenzione, ma è totalmente integro. In 12 anni, mai avuto veri infortuni muscolari. Come sta? Guardate l’ultimo gol che ha fatto con la maglia del Bayern, contro il Francoforte. C’è tutto lui: classe, estro e forza fisica”.

INFORTUNIO E CURA. Gianni Bianchi fu l’unico a capire come trattare il suo ginocchio nel 2009, quando un’infiammazione al tendine rotuleo stava mettendo a rischio la carriera di Ribery. “Lì è nato il nostro rapporto. Franck aveva perso il tono muscolare, non guidava, non riusciva neanche a dormire dal dolore. Diversi specialisti insistevano per operarlo. All’epoca mi occupavo soprattutto di Luca Toni – che mi aveva portato lì nel 2007 dopo avermi conosciuto a Palermo – ma in quel caso dissi che una terapia conservativa avrebbe funzionato molto meglio di un rischioso intervento. Dissi a Franck di darmi tre giorni per capire se rispondeva alle giuste sollecitazioni. Se lo avesse fatto, poteva scordarsi quell’operazione. Gli dicevo che in pochissimo tempo sarebbe tornato a correre, poi a scattare, poi a essere Ribery. Mi diceva sempre ‘giuralo su tua figlia, giuralo su tua figlia’, sapendo che era la mia cosa più preziosa. Funzionò, per fortuna. Mia figlia è cresciuta bene e lui in poco più di un mese era tornato il campione che conosciamo”.

RAPPORTI. Negli anni sono nati rapporti stretti con diversi giocatori del Bayern: Robben mi ha voluto anche nell’Olanda per un periodo. Lewandowski, che peraltro studia medicina e si fida poco di chiunque, si rivolge sempre a me per qualsiasi problema. Tutto era nato con Luca Toni, ma poi ho avuto un rapporto speciale anche con Klose e Mario Gomez, che mi aveva chiesto di seguirlo a Firenze. Declinai, perché lasciare il Bayern sarebbe stata una follia. Un club che ha un’organizzazione e un’attenzione ai dettagli forse impossibile da trovare altrove”.

RIBERY-FIORENTINA.Gli ho promesso che – se ci fossero state le giuste condizioni – lo avrei seguito nella sua prossima avventura. Perché è un amico vero e non solo un giocatore. Non è l’unica offerta che ha avuto, vedremo. Posso solo dire che la serie A e la Fiorentina troverebbero un giocatore ancora in grado di fare la differenza nel calcio che conta. Per questo ha rinunciato ai tantissimi soldi offerti dagli Emirati. Franck ha voglia di sentirsi importante: ha scelto di non proseguire col Bayern pur avendo l’opzione per un altro anno perché non si sentiva più al centro. Il nostro Paese lo ha sempre affascinato e con me ha imparato l’italiano. Lo parla già discretamente. Ha bisogno di sentirsi amato e di dare tutto: si sta allenando a Monaco con un preparatore personale. Vuole giocare un campionato a livelli altissimi, come ha sempre fatto”.

RIBERY UOMO. “Mangia solo carne halal, non beve e prega. È un musulmano moderato”. Lo ha visto soffrire per le accuse – tutte smentite successivamente – di relazioni con ragazze minorenni, “voci messe in giro da falsi amici che si sono approfittati di lui. Ossia di un ragazzo di strada leale e aperto. Uno che annusa chi ha davanti e chi lo difende”. Un ragazzo francese che ha abbandonato la nazionale dopo che la federazione non lo aveva difeso da quelle accuse. “Non invecchierà in Francia. Resterà a vivere a Monaco, dove sono cresciuti i suoi figli e la sua famiglia. E pensare che avrebbe potuto lasciarla tanti anni fa: Van Gaal, che fece fuori Luca Toni, voleva mandare via anche lui. Non voleva stelle. Toni tornò in Italia, mentre su Ribery la società fece muro”.

FIORENTINA. Oggi però Monaco potrebbe essere messa da parte, almeno per un po’. La Fiorentina tratta a oltranza per superare una serie di dettagli, fra cui rientrano anche le cure di Gianni. “Con lui ho sempre fatto un lavoro di prevenzione fondamentale. Poi, con tutte le botte che prende in campo, è normale che abbia avuto infortuni traumatici. Ma a livello strutturale, è un giocatore ancora al top. E in più, lui è molto bravo nell’ascoltarsi. E non si tira mai indietro: giocò un tempo con una lesione muscolare, quando c’era Guardiola in panchina. Aveva preso una botta, ma non se la sentiva di uscire. Aveva il muscolo come un sasso, ma continuava a spingere. È fatto così, è Franck”. Il sogno di vedere Ribery in viola è concreto. E Gianni assicura che, se mai dovesse succedere, non finirà come con Gomez: “Mario non s’integrò purtroppo. Ebbe dei problemi fisici e finì male. Con Ribery sarebbe diverso: lui può davvero trascinare ancora un gruppo”.

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