Pressione e tensioni, riflessioni in corso anche se per la dirigenza Palladino non è in bilico
Finisce con i fischi e la contestazione dei 4.000 presenti nel settore ospiti del Bentegodi la domenica da incubo della Fiorentina. Squadra e supporter, gli uni davanti agli altri. Tanti fischi – e i cori, i soliti, che invocano a tirare fuori gli attributi – da parte di un popolo che si è sentito tradito dai suoi giocatori e dal proprio tecnico. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.
PRIMO RESPONSABILE. «Chiediamo scusa ai tifosi, sono arrivati in tantissimi e volevamo dare loro una soddisfazione. Questa è una sconfitta che ci fa male». Il commento di Raffaele Palladino, l’uomo nell’occhio del ciclone. Contestato dalla piazza ma per adesso non in bilico per la dirigenza, anche se delle riflessioni e dei confronti negli spogliatoi del Bentegodi si sono fatti e se ne faranno anche nel lunedì del Viola Park (l’ultima parola rimane quella del presidente Commisso). «Sento la fiducia di giocatori e società. Questo è un momento in cui dobbiamo stare in silenzio, bocca chiusa e pedalare. Sono il primo colpevole e mi assumo le mie responsabilità, ma in questo momento ci manca serenità». Sguardo spento, tono grave, pur ribadendo che lui da quella panchina non si muove (quantomeno fino alla gara col Lecce), Palladino è consapevole di vivere il momento più difficile nella sua finora breve carriera da allenatore.
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Redazione LaViola.it