Le parole in esclusiva ai nostri canali all’ex giocatore di Fiorentina e Cagliari in vista della partita di lunedì
Il doppio ex di Fiorentina e Cagliari, Aldo Firicano, ha parlato in esclusiva a LaViola.it in vista della sfida di campionato in programma lunedì. Si è prima soffermato sulla qualificazione della squadra viola in semifinale di Conference League, dove incontrerà il Betis Siviglia: “La Fiorentina deve puntare e ha le carte in regola per raggiungere la finale. In semifinale l’asticella si alza per forza di cose, arrivano le squadre migliori ma competere diventa ancora più bello. La Fiorentina viene da due finali e deve quindi dare continuità. Il Betis è una squadra ormai storica, collaudata, abituata a giocare nelle coppe, quindi sarà una semifinale molto difficile. Ma credo che sia nella normalità delle cose: semifinale e finale rappresentano gli scogli più duri”.
Come affrontare al meglio la sfida con la squadra spagnola?
“La Fiorentina deve assolutamente evitare cali di tensioni. La doppia sfida ha sempre risvolti particolari e grande fascino. Al tempo stesso sono partite che si giocano su 180’ e qualche calo di tensione può portare anche ad un’eliminazione. Serve quindi massima attenzione e anche grande fiducia perché la Fiorentina si è creata i presupposti per arrivare in semifinale e poi in finale“.
Lunedì la gara a Cagliari. Che partita si aspetta?
“È una partita importante per entrambe le squadre. La Fiorentina in campionato è chiamata a fare punti per arrivare in coppa, il Cagliari ha naturalmente tutt’altro obiettivo che è quello della permanenza. È una partita strana per molti motivi. Innanzitutto perché si gioca in un giorno inusuale per il nostro calcio e per le nostre abitudini, noi italiani non siamo abituati a giocare nelle festività. In più la Fiorentina viene dalla gara di coppa, mentre il Cagliari la sta preparando da molti giorni. Credo che il Cagliari faccia molto affidamento su questa gara perché sa che la Fiorentina ha giocato e ha speso tanto da un punto di vista fisico e nervoso. Giocheranno per vincere, sperando in una Fiorentina un po’ stanca. I viola, d’altro canto, non possono perdere punti perché le altre concorrenti per l’Europa sgomitano“.
La Fiorentina ha dimostrato di saper essere ‘grande’ con le grandi squadre, mentre con le squadre di bassa classifica fatica a fare il risultato. Da cosa crede possa dipendere?
“C’è una concomitanza di tanti fattori ed è chiaro che una gara di alto livello ha una maggiore capacità di stimolare i giocatori, diventa più facile da preparare. Gare come queste col Cagliari che vengono dopo un grande sforzo, in cui magari ci si gioca un po’ meno, da un punto di vista mentale sono più difficili. Le squadre migliori sono quelle che riescono nel giro di pochissime ore a ricaricare le batterie, sfruttando le rotazioni. Anche la Fiorentina ha qualche carta da giocarsi dalla panchina. Questa gara ha il sapore da dentro o fuori per entrambe le squadre“.
L’Europa League, ad oggi, può essere un obiettivo reale oppure il rischio di rimanere fuori dalle competizioni europee inizia a farsi sentire?
“Ci sono tutte e due le possibilità. La concorrenza è ampia con grandi squadre che premono alle spalle o davanti. Ci si gioca veramente sui centimetri la possibilità di arrivare prima degli altri, centimetri quindi che significano fare risultato a Cagliari. Vincere per la squadra viola vorrebbe dire rimanere attaccata a questo treno. La Fiorentina deve andare in Europa perché ormai negli ultimi anni si è stabilizzata a un certo livello, ha fatto due finali e quindi è una squadra di respiro europeo. Una stagione senza Europa per la Fiorentina non ha molto senso. Archiviata la Champions, arrivare in una delle altre due è assolutamente necessario”.
Palladino le piace? Come valuta il suo primo anno in una grande squadra?
“C’è un fatto chiaro, evidente: Palladino è un allenatore giovane che pur allenando da pochissimo tempo, è riuscito ad arrivare in Serie A. È un predestinato. È molto bravo, ma anche lui ha bisogno, come tutti in questo mestiere, di un periodo di rodaggio dove migliorare e ampliare il suo bagaglio. Un allenatore giovane va aiutato e supportato nella gestione di squadre importanti come la Fiorentina. Guardando l’intero percorso, considerando anche i tanti giocatori nuovi, penso che la stagione possa essere giudicata positivamente fino ad adesso. Manca quella qualificazione in Europa da centrare. Saranno i risultati a determinare conferme oppure cambiamenti“.
La grande rivelazione della stagione: Pietro Comuzzo. Da ex difensore, si aspettava questa esplosione del giocatore?
“Quest’anno il ragazzo ha bruciato le tappe. Da subito si sono intraviste ottime qualità ed è diventato un giocatore su cui fare affidamento. Un difensore attento, moderno che però porta con sé quanto di buono c’era nel difensore di una volta, quindi l’attenzione nella marcatura. Nel duello uno contro uno è molto bravo. Comuzzo è una risorsa per la Fiorentina. Rimane pur sempre una risorsa anche nel momento in cui grandi squadre, come già successo a gennaio, lo metteranno nel mirino. Lì sarà da capire se la Fiorentina vorrà quantificare oppure far crescere ancora di più il ragazzo”.
Di
Viola Bertaccini