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Firenze ritrova Gasperini, ma stavolta… in tribuna. Da Mutu e Chiesa ai “figli di…”, fino al ‘Vaffa’ di Commisso

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Tensioni e parole forti, insulti reciproci ed episodi discussi: un nuovo capitolo nella ‘saga’ tra Firenze e Gasperini

Tensioni, insulti, parole forti. Anni di rapporti complicati tra Gian Piero Gasperini e la Fiorentina. Carattere focoso, tra relazioni non sempre semplici con i suoi giocatori (vedi il Papu Gomez) e uscite non proprio diplomatiche (tra gli altri si ricorderanno il caso Covid prima della sfida con il Valencia del 2020, la spinta al segretario della Samp, le parole su arbitri, Var e razzismo, le liti con i diversi allenatori). Sportivamente (e forse umanamente) parlando, Firenze è la sua ‘rivale’ principale. Perché al Franchi (e talvolta anche a Bergamo, contro i viola) più volte sono state superate le righe.

DALLA TRIBUNA. Mercoledì, nell’incrocio di Coppa Italia che vale il primo atto delle semifinali, Gasperini non sarà in panchina, ma in tribuna. Frutto dell’espulsione rimediata ai Quarti contro il Milan per frasi offensive nei confronti dell’arbitro. Due turni di squalifica, anche al ritorno vedrà la panchina dall’alto. Al Franchi sarà così il suo vice, Tullio Gritti, a guidare la squadra, mentre Gasp sarà probabilmente in uno skybox. Ma senz’altro l’accoglienza non sarà rose e fiori, anche se si spera che stavolta i toni possano restare nei limiti.

QUEL 3-3 DI MARASSI. In principio, probabilmente, fu quella corsa Champions tra Genoa e Fiorentina a scatenare l’astio tra il tecnico di Grugliasco e i colori viola. Era il febbraio 2009, scontro diretto ad un punto di distanza per il 4° posto: i rossoblù rimasero in 10 alla mezz’ora per il doppio giallo a Biava, ma incredibilmente al 56′ erano sul 3-0 con i gol di Thiago Motta, Palladino (in quella squadra c’era anche Juric, a proposito di futuri allenatori) e Milito. Un rigore di Mutu al 60′ aprì però la clamorosa rimonta viola a Marassi, con tripletta del Fenomeno e 3-3 finale al 94′. Quel campionato Genoa e Fiorentina lo finirono a pari punti, 68, ma in Champions andò la squadra di Prandelli per gli scontri diretti (vittoria 1-0 al Franchi all’andata).

OFFESE, IRONIA E INSULTI. Insomma, forse tutto partì da lì. Ma nel settembre 2018, in quel Fiorentina-Atalanta 2-0, si ebbe la frattura più decisa. La partita si sbloccò per un rigore concesso per contatto tra Toloi e Chiesa. Gasp andò su tutte le furie, additando senza mezzi termini l’esterno di essere un “simulatore”. “E’ uno dei migliori giovani del nostro campionato, ha l’abitudine di fare certi gesti e deve cominciare a pagarli perché è diseducativo se non lo pagherà”, disse il tecnico nel post-gara, dopo esser corso incontro a Pioli al triplice fischio per manifestare al tecnico parmigiano la propria rabbia. Scene non belle. Così Firenze a gennaio 2020 rispose a suo modo, con l’ironia. “Gasperini uno di noi”, recitava una maglia donata al tecnico atalantino, che però un mese più tardi sempre a Firenze non le mandò a dire: “Io non ho mai insultato nessuno. Oggi ero carico al massimo per la mia squadra, mi sono preso piú volte figlio di p… Mia madre ha fatto la guerra per dare diritto di parola a questi deficienti. Loro sí che sono figli di p…”. Termini forti al termine di una gara fatta di tensioni, con botta e risposta anche tra le proprietà, dopo una gara in cui Gasp fu anche espulso.

CORI E RECRIMINAZIONI. Nel mezzo anche i cori razzisti, uditi distintamente, a Bergamo contro Vlahovic (mesi più tardi anche a Barone e Commisso), anche se lo stesso Gasperini, per identici cori lo scorso anno in Atalanta-Juve contro il serbo, li definì “non razzisti. Io sono d’accordo che il razzismo va combattuto ma non va confuso; se continuiamo a fare di tutta l’erba un fascio allora siamo tutti razzisti. Spesso negli stadi si assiste a forme di insulto”. Tornando ai rapporti con la Fiorentina, si ricorderanno le parole del tecnico atalantino dopo la qualificazione in Conference dei viola del 2022: “Ci sono stati due rigori inventati dal VAR e i viola hanno segnato un gol irregolare… Abbiamo perso con loro e siamo rimasti fuori dalle coppe perché hanno regalato loro tre gol su cinque”. E ancora, all’inizio di questa stagione: “Noi e loro giochiamo sempre nella stessa fascia, sei anni su sette è andata bene a noi e capisco la frustrazione della tifoseria viola nel vedersi superare dall’Atalanta. Ci trattano da big, sono gli insulti che ricevono le squadre importanti. Non è piacevole, a volte mi sembra uno stadio di buoi che danno di cornuto all’asino”.

GLI ULTIMI SCREZI. Un anno fa, ad aprile 2023, quell’1-1 con rigore ai viola per fallo di mano di Toloi ancora fortemente contestato da Gasperini. Come riportò Repubblica, il tecnico se la prese prima con i tifosi viola (“pubblico razzista”, disse), poi con i dirigenti della Fiorentina: “Siete dei ladri”, disse con Pradè ad un passo, con uno sputo che sarebbe finito proprio vicino al ds viola. Scene raccolte anche dalla Procura ma non tramutate, clamorosamente, in provvedimenti. A settembre, nella gara di andata di questo campionato, un bel 3-2 viola con Bonaventura, Quarta e Kouame (di Koopmeiners e Lookman le reti atalantine). Altri screzi a distanza. Dal “Vaffa” di Commisso davanti ai tifosi, con riferimento a Gasperini, alla risposta pesante dell’allenatore: “Ogni volta che apre bocca è come scoperchiare un tombino, non voglio neanche rispondergli perché io ho sempre difeso l’Atalanta e non ho mai insultato nessuno. Anzi, di insulti ne ho presi. E’ un maleducato”.

UN POSTO IN FINALE. Sei mesi dopo, riecco così Gasperini a Firenze. Stavolta non in panchina, ma in tribuna. La posta in palio sarà alta, in ballo c’è un posto in finale di Coppa che per la Fiorentina vorrebbe dire provare a riscattare l’ultimo atto di un anno fa, mentre per la Dea cercare il primo trofeo di un ciclo che, con Gasp, ha portato grandi risultati ma nessun titolo. Italiano ha spesso fatto ‘brutti scherzi’ ai nerazzurri in questo triennio, con 4 vittorie, 2 pareggi e 2 ko nonostante poche volte partisse favorito sulla carta. L’ennesima sfida a caccia di un posto al sole.

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