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Firenze parla: “Azionariato popolare? Idea bella ma impossibile”

Firenze travolta. Da domande e pensieri molteplici. È il momento della riflessione e la città si interroga prima di tutto sul comunicato. È una provocazione? Oppure veramente c’è già qualcuno interessato dietro alla volontà di cedere? Sandro Fratini, proprietario del marchio Rifle: «Io non mi sono sentito chiamato in causa dal comunicato perché ho un rapporto cordiale e di amicizia con i Della Valle. Sono un grande tifoso ma non sono in grado di comprare una squadra di calcio. Non posso da un punto di vista economico. E sinceramente anche fra le mie conoscenze a Firenze non vedo nessuno che sia interessato o con i mezzi possibili per farlo. Secondo me nessuno può essere meglio dei Della Valle e da tifoso sono contento di averli come proprietari per più tempo possibile e che non si stufino. E non credo nemmeno a cordate o società a base popolare perché un club deve appartenere ad una proprietà che ci mette soldi e faccia». Così riporta Il Corriere dello Sport – Stadio.

A Firenze c’è una parte di tifosi che crede nell’azionariato e vorrebbe spingere decisamente in questa direzione. Sarebbe però una strada in salita; così Paolo Vallesi: «Azionariato popolare è una gran bella parola però mi sembra molto teorica. Sarebbe bello ma poi dopo averla comprata mi chiedo come sarebbe possibile fare il mercato e investire somme anche importanti. Insomma la società non va solo acquistata ma poi anche mantenuta e mi sembra complesso». E stesso concetto lo esprime il procuratore Furio Valcareggi: «Non abbiamo i numeri e la fedeltà per farlo. Non siamo catalani e non siamo pronti. Sarebbe il delirio perché non siamo educati a questo tipo di situazione. Chi vuole entrare nel calcio non ha grande liquidità. Chi ha tanti soldi non prende una squadra. Sa bene che con il calcio i soldi finiscono, non si fanno».

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