La città torna ad attaccare la proprietà ma anche tecnico e giocatori: un crollo totale a Cagliari. Dura ricucire i rapporti.
Furibonda, ecco com’è Firenze dopo il crollo verticale della squadra viola a Cagliari. Nessun innocente, anche se la rabbia della gran parte della città, gli ultrà in primo luogo, è destinata ai Della Valle. Vergogna, questa la parola che si sente ripetere con maggiore frequenza. Anche nei riguardi della squadra, fin qui protetta, aspettata, sollevata di responsabilità, difesa, con immenso affetto. Ma a Cagliari no. Solo Federico Chiesa esce indenne dal terremoto fiorentino. E gli altri? Arresi. Bocciato anche Stefano Pioli. Il tecnico che era apparso piegarsi già dal dopo gara della partita con la Lazio. Quelle sue dichiarazioni sono alla lunga apparse come una sorta di abdicazione. Di addio anticipato al campionato. L’inizio della pratica di separazione dal club, dalla proprietà e anche le sue dichiarazioni a Cagliari non sono piaciute. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.
PATTO INFRANTO. Allenatore responsabile almeno come la sua squadra che… non c’era. Una rottura sorprendente e sofferente dopo quasi due anni vissuti insieme, i tifosi delle curve con squadra e allenatore. Un patto di mutuo soccorso che è stato infranto. Un finale di campionato da brividi negativi.
ROTTURA. Ancor più netta è la rottura fra il tifo delle curve (ma anche negli altri settori c’è poca voglia di trovare giustificazioni o voglia di continuare insieme) e i Della Valle, insieme ai loro collaboratori. Per la terza volta fuori dall’Europa, con un progetto a zero euro di investimento, con una distanza, reputano gran parte dei tifosi, evidente da tutto quello che succede in città, con un monte-ingaggi ridotto, con la prospettiva di vedere Chiesa e probabilmente altri giovani talenti sul mercato. Appare davvero difficile pensare a un riavvicinamento. La città spera davvero che i Della Valle riescano ad andarsene. Che finalmente appaia un candidato credibile. E’ risicato anche il “partito” che crede al nuovo stadio come elemento di rilancio. Rabbia anche perché la città non ha mai fatto mancare la sua presenza, con trentamila presenze in media ad ogni match interno, con un sostegno continuo anche fuori. Tifosi, non clienti, su questo non esistono dubbi. Ora, riallacciare i nodi onestamente appare difficilissimo.
Di
Redazione LaViola.it