La squadra di Pioli si aggrappa alla Conference League per ritrovare la vittoria
Alla Fiorentina occorre vincere. Un concetto lapalissiano che tuttavia appare inafferrabile per Pioli e il suo gruppo. D’altra parte, in questo momento in casa viola non funziona proprio niente: non arrivano i risultati, il che si traduce in una classifica drammatica, non ci sono nemmeno le prestazioni, visto che i timidissimi passi avanti sotto l’aspetto del rendimento sul campo visti contro la Roma sono stati cancellati da una prova sconfortante contro il Milan, in cui l’unica cosa che si è vista sul rettangolo verde è la paura.
La ‘ciliegina sulla torta’ è che non girano a favore nemmeno gli episodi. Nelle ultime due partite, soprattutto. Con la Roma la squadra ha colpito due pali e fallito un’occasione gigantesca con Gosens, col Milan i viola si sono ritrovati in vantaggio al primo tiro in porta, ma si sono fatti riprendere ingenuamente. Il primo gol, però, arriva con la squadra in 10 perché Ranieri era fuori dal campo a farsi medicare, mentre il rigore che sancisce il sorpasso del Milan è un conclamato errore arbitrale.
Questi non vogliono essere alibi, perché contro i rossoneri la Fiorentina meritava comunque di perdere, per l’atteggiamento a dir poco rinunciatario messo in campo. Tuttavia, quando le cose vanno così male, serve anche una spintarella dalla buona sorte per ritrovare un briciolo di morale che possa aiutare a rialzarsi. Nelle ultime uscite i segnali sono andati dalla parte opposta.
Ecco che in un momento così drammatico, la Conference League può aiutare a ridare un granello di autostima a Ranieri e compagni. D’altra parte, le uniche tre vittorie stagionali della Fiorentina sono arrivate in questa competizione, contro avversari molto modesti come Polissya e Sigma. Il Rapid Vienna, sulla carta, è squadra di livello leggermente superiore. Non ha vere e proprie stelle, ma un organico di giocatori discreti. Anche gli austriaci vivono un periodo difficile, come racconta la striscia aperta di quattro sconfitte consecutive. Va ricordato che due anni fa il Rapid diede del filo da torcere alla squadra allora allenata da Italiano: nei playoff 2023, prima del 2-0 del ritorno al Franchi che sancì il passaggio del turno del club gigliato, gli austriaci vinsero 1-0 la partita di andata disputatasi proprio all’Allianz Stadion, dove i viola torneranno a giocare stasera.
La Fiorentina dovrà fare a meno di due titolarissimi come Kean e Gosens, rimasti a Firenze per curare i rispettivi acciacchi. Tra queste due assenze e la situazione critica in campionato, Pioli sarà costretto a operare un turnover più corposo di quanto si è visto finora nella coppa europea. C’è da augurarsi che le forze che il tecnico gigliato schiererà in campo stasera siano sufficienti per superare un avversario che sulla carta è largamente alla portata, ma non c’è nulla da dare per scontato in questa stagione dei viola.
In futuro, augurandosi che in campionato questa squadra trovi la forza quantomeno di allontanarsi al più presto dalla zona retrocessione, le principali risorse della Fiorentina potrebbero spostarsi verso la Conference, che potrebbe rappresentare l’obiettivo più concreto per salvare una stagione che a ottobre sembra già insalvabile. Guardando al presente, la sfida col Rapid è l’ennesima ultima chiamata di un gruppo, di un allenatore, e di una società alla disperata ricerca di risultati per cominciare a lasciarsi alle spalle un avvio di stagione troppo brutto per essere vero. Detto che una vittoria stasera non serve a molto, se poi non arrivano i primi 3 punti in campionato. Ripensandoci meglio, non è corretto definirla ‘ultima chiamata’, perché a prescindere da quanto male possa andare questa squadra si ha l’impressione che non cambierà niente.

Di
Marco Zanini