
Il mini ciclo che sta per concludersi ha portato in dote ai viola meno punti di quanti ci si aspettasse. Col francese ancora out per squalifica serve un passo in avanti di Chiesa per superare un avversario di tutto rispetto come il Cagliari
La Fiorentina viaggia verso la trasferta di Cagliari con sensazioni discordanti nella propria mente. La squadra di Montella ha superato il momento di difficoltà delle prime partite, dato da un calendario molto impegnativo e dalla strutturale necessità di tempo per assemblare tutti i nuovi arrivati nel puzzle gigliato. Tuttavia, nelle ultime uscite i viola hanno raccolto un bottino da 6 in pagella, senza infamia e senza lode, alimentando certamente le speranze di lottare per un posto in Europa League ma evidenziando criticità di una squadra che va ancora a corrente alternata, soprattutto quando i suoi big non ingranano la partita.
LEGGERA FLESSIONE. Il calendario, si diceva. Dopo le prime due sconfitte contro Napoli e Genoa, la Fiorentina si è rialzata molto bene nel primo mini ciclo da 5 partite di questa stagione. Contro Juventus, Atalanta, Sampdoria, Milan e Udinese sono infatti arrivati ben 11 punti. Un bottino di tutto rispetto, soprattutto guardando al valore degli avversari. Proprio guardando agli avversari in calendario nel secondo mini ciclo ci si aspettava che i viola ingranassero la quinta e bussassero alle porte dei piani alti. Invece, contro Brescia, Lazio, Sassuolo e Parma la squadra di Montella ha totalizzato solo 5 punti. Manca la trasferta di Cagliari per chiudere il ciclo, ma a prescindere dal risultato della Sardegna Arena la squadra in termini di punti avrà fatto peggio del precedente mini ciclo.
COSA NON VA. In queste partite è mancato qualcosa in termini di atteggiamento: nelle ultime uscite la Fiorentina si è mostrata meno aggressiva nel portare quel pressing avanzato diventato marchio di fabbrica del Montella 2.0, preferendo troppo spesso una difesa schierata che genera meno rischi ma rende meno pericolosi. Tuttavia, l’aver affrontato tante squadre che si chiudono a riccio può in parte spiegare questo cambio di atteggiamento e il calo di punti non può essere solo figlio di questa attitudine.
I SINGOLI DETERMINANO. Alla Fiorentina sta mancando qualcosa in fase offensiva. Finché i giovani (come Vlahovic) non sbocciano o i veterani (come Boateng) non determinano quanto dovrebbero, in attacco la Fiorentina resta dipendente dalle giocate e dalle prestazioni dei suoi campioni. Di giocatori che possono determinare le partite la Fiorentina ne ha ben due e sono arcinoti: Ribery e Chiesa. Il francese, seppur in leggero e inevitabile calo nelle sfide con Brescia e Lazio rispetto al mostruoso inizio di campionato, è già diventato imprescindibile per la manovra offensiva gigliata. Unico vero fuoriclasse in rosa, Ribery a Cagliari dovrà scontare il suo ultimo turno di squalifica e rientrerà dopo la sosta.
MIGLIOR CHIESA CERCASI. Molto dipenderà allora dall’altra stella in casa viola, Federico Chiesa. Il classe 1997 con il Parma ha giocato forse la sua peggior partita in Serie A e non aveva particolarmente brillato neanche col Sassuolo (anche se ha avuto il grande merito di far partire l’azione per il gol vittoria di Milenkovic). Inevitabile un po’ di stanchezza mentale per uno che le ha giocate tutte, questa la spiegazione di Montella. Ci si augura sia davvero così, ci si augura che gli strascichi di un’estate difficile e la volontà di essere da un’altra parte abbiano abbandonato i pensieri del 25 gigliato. La Fiorentina, soprattutto senza Ribery, ha un disperato bisogno del miglior Chiesa.
L’esterno classe 1997 verrà schierato ancora come attaccante nel 3-5-2, probabilmente al fianco di Vlahovic (ma il ballottaggio con Boateng è vivo), e dovrà sfruttare gli spazi che la squadra di Maran inevitabilmente concederà per mostrare le sue migliori doti: il dribbling e l’esplosività. Con un pizzico di freddezza in più nelle scelte sotto porta, senza incaponirsi in un dribbling di troppo o in un tiro velleitario. Proprio Chiesa l’anno scorso coi sardi andò a segno in una sfida in cui la Fiorentina perse 2-1.
TRASFERTA MOLTO COMPLICATA. L’avversario, il Cagliari, è di tutto rispetto. Anche in annate meno quotate i sardi hanno spesso imposto il proprio volere nella sfida coi viola alla Sardegna Arena. Questo Cagliari sembra inoltre uno dei più forti degli ultimi anni, con un centrocampo di grande qualità e un attaccante, Simeone, ansioso di far male al suo ex pubblico per dimostrare il proprio valore.
Al momento la squadra di Maran si trova a quota 21 punti in classifica, cinque in più della Fiorentina, occupando il quarto posto a pari merito con Atalanta e Lazio. L’entusiasmo dei tifosi sardi sugli spalti non mancherà (previsto il tutto esaurito), ma anche circa 400 supporters gigliati non si faranno spaventare dalla trasferta distante e viaggeranno per sostenere i propri beniamini.
Insieme al giovane veterano Chiesa, qualche uomo di esperienza e tanti ragazzi con grande fame. Contro questo Cagliari occorre sbagliare il meno possibile: un primo tempo come quello col Parma non si può concedere ai rossoblu.

Di
Marco Zanini