Rassegna Stampa

Fiorentina, una vittoria dal sapore di Champions League

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Una vittoria arrivata grazie al regalo di Di Gregorio che però fa volare la formazione di Italiano che resta agganciata al treno Champions

Vittoria dal sapore di Champions. La Fiorentina, infatti, sbanca Monza con il minimo sforzo e si issa al quarto posto solitario in classifica. Peraltro, a soli 3 punti dal terzo, visto che il Milan si è fatto fermare dalla Salernitana. Vero che il Bologna e Napoli giocheranno oggi, e i rossoblù potrebbero ancora scavalcare la Viola. Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.

Ma quello di ieri sera è un segnale significativo. Nonostante le assenze, gli uomini di Italiano hanno saputo condurre una gara di grande saggezza tattica, correndo, di fatto, un unico rischio, e capitalizzando al massimo la rete segnata in avvio. Insomma, se la classifica era spettacolare dopo il successo con il Verona, adesso lo è ancora di più. E, a questo punto, sognare si può, davanti a certi exploit.

Beltran, ad esempio, ha cominciato a segnare con regolarità. Arthur continua ad essere un eccellente direttore d’orchestra, senza trascurare la fase difensiva. E il tandem Milenkovic-Ranieri non fa passare nulla: terzo clean-sheet nelle ultime 4 giornate.

REGALO

Certo, il gol di Beltran dopo pochi minuti ha girato la sfida dalla parte della Viola. Ma poi certi regali bisogna saperli sfruttare. E da questo punto di vista la Fiorentina è stata impeccabile. Ad ogni modo, tutto è nato da un erroraccio di Di Gregorio, che ha completamente sbagliato l’appoggio per Pablo Marì, permettendo all’argentino di intercettare e di depositare il pallone nella porta sguarnita.

Merito, comunque, anche di Beltran, visto che era dentro l’area avversaria a fare pressing. In verità, era esattamente ciò che voleva Palladino, nel senso che il suo piano-gara era quello di attirare la Fiorentina il più avanti possibile, per poi sorprenderla con le spalle scoperte attraverso le verticalizzazioni. Tutt’altro che casuale, quindi, anche la scelta di Mota Carvalho come terminale offensivo.

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