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Fiorentina trasformista, l’ultima svolta tattica di Palladino. Così difesa, centrocampo ed esterni hanno più senso

La difesa a tre, il centrocampo più folto, Dodo e Gosens liberi di spingere. Ora l’obiettivo è recuperare Fagioli e Gud

Una nuova variante tattica a disposizione di Palladino. Quella vista contro il Lecce potrebbe rivelarsi una mossa ripetibile anche in futuro per una Fiorentina che il tecnico, specie dopo l’ultima sessione di mercato, ha definito “camaleontica”. Ovvero capace di trasformarsi, di modificarsi in base alla situazione e alle caratteristiche degli avversari. Dal 3-4-2-1 col quale si era presentato a Firenze fino al 4-2-3-1 che dopo alcune incertezze iniziali è diventato progressivamente il modulo di riferimento fino al 3-5-2 attuato venerdì sera. Così scrive il Corriere Fiorentino.

DIFESA ED ESTERNI. L’ultima mossa di Palladino è stata significativa. Da una parte il ritorno della difesa a tre, uno dei suoi riferimenti più marcati. Il mercato invernale gli ha consegnato Pablo Marì, che conosce benissimo e che ha voluto fortemente. Con l’esplosione di Comuzzo e la crescita (finalmente) di Pongracic, adesso ha alcuni elementi in più per poter schierare la linea preferita. Una situazione che gli ha permesso di alzare sia Dodo che Gosens come esterni di centrocampo per sfruttare appieno le loro qualità di progressione, ricerca della profondità e confidenza con la fase offensiva. Non è un caso che la rete della vittoria coi salentini sia arrivata proprio da questo asse: un movimento replicato in allenamento. Ma anche un centrocampo più folto.

DA RECUPERARE. L’altra nota positiva di questo modulo è che consente al tecnico di poter lavorare su un regista (Fagioli o Cataldi) con due giocatori di gamba, qualità e sostanza al loro fianco. Attendendo il recupero di Adli e Folorunsho, con Mandragora e Ndour, ecco che si può intuire con maggiore chiarezza tutta la bontà di una mediana che è stata strategicamente rinforzata e arricchita da parte della dirigenza in sede di mercato. Tra gli obiettivi del tecnico anche quello di restituire brillantezza e ritmo partita a Fagioli. Molto dipenderà anche dalle sue giocate, soprattutto in versione regista. Così come sarà fondamentale ritrovare il miglior Gudmundsson al quale lasciare libertà di movimento per dare sfogo alla propria fantasia.

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