A parte Milenkovic, nessun senatato è riuscito a dare qualcosa in più alla Fiorentina. La delusione più cocente porta alla prestazione di Nico Gonzalez
Assenti ingiustificati nella notte più importante. Perché alla fine le analisi possono essere le più disparate, ma quando i giocatori di maggior talento non girano, per la Fiorentina è notte fonda. Oggettivamente lo sarebbe per qualsiasi squadra. La sciagurata notte di Atene ha emesso la sua inappellabile sentenza. Nico Gonzalez, Bonaventura, Arthur e Belotti non sono pervenuti. Certo, nemmeno gli altri (solo Milenkovic e Terracciano si sono elevati rispetto alla media), ma il loro peso specifico nell’economia del gioco viola è (quasi) totale, scrive La Nazione in edicola stamani.
Prendete Bonaventura, scelto per giocare sulla trequarti. La sua partita racconta di appena 39 palloni toccati, una grande chance fallita e tanti errori. Duelli vinti 3 su 12, dribbling riusciti 1 su 4 tentati. I numeri nel calcio mentono raramente. Come i flussi di gioco. Basta dare un’occhiata a quello di Gonzalez per capire il tenore della sua partita. Un paio di sortite sulla destra, ma la porzione di campo più occupata dall’argentino è a cavallo della linea mediana. Se il tuo calciatore più talentuoso gioca lontano metri e metri dalla porta, l’aspettativa di gol si riduce drasticamente. La gara difficile di Andrea Belotti era anche preventivabile, spalle alla porta contro due giocatori sicuramente lenti, ma ruvidi e fisici. La partita del Gallo racconta di 23 palloni toccati, 9 persi. Ha stazionato in area senza avere particolari occasioni. La testata ricevuta nel secondo tempo ha di fatto chiuso prima del tempo la sua partita, anche se la staffetta con Nzola era largamente prevista.
Ma il vero specchio della partita sono state le difficoltà di Arthur nell’amministrare il gioco. Difficoltà probabilmente fisiche e tattiche. Sul ritmo dei centrocampisti di Mendilibar è andato in crisi, i primi palloni li ha persi tutti dando anche il via a potenziali pericolose ripartenze. Non è mai riuscito a sottrarsi alla pressione avversaria, giustamente era stato individuato come il cervello della Fiorentina. Il piano B del brasiliano non è mai decollato, anche e soprattutto così si spiega la complicata notte di Atene. La seconda dopo quella di Praga.

Di
Redazione LaViola.it