Fiorentina squadra improvvisata: il tempo stringe, Palladino deve trovare la quadra

Una squadra incapace di difendere che si affida ai lanci lunghi e alla vena realizzativa di Kean in attacco. La Fiorentina ancora non c’è

Quattro partite di campionato e due di Conference League. Sei partite in totale per constatare un fatto chiaro a tutti: la Fiorentina ancora non si è palesata. Ci sono undici giocatori che scendono in campo ma non sono certo una squadra. Anche a Bergamo la conferma delle poche idee in fase di costruzione e dei tanti, consueti, errori in difesa.

Da Italiano a Palladino la costante non cambia. Errori su errori e praterie per gli avversari. Eppure si è passati da un allenatore che difendeva altissimo a uno che difende davanti alla propria porta. Ma gli errori continuano tanto che in 6 partite la Fiorentina ha preso 10 gol. Quasi due a partite e contro avversari assolutamente modesti (Atalanta a parte).

Ma anche in fase di costruzione le cose non vanno meglio. Lo schema più ricercato dalla Fiorentina è lancione a Kean che deve tenere palla, smistarla ai compagni e andare a finalizzare. E menomale che almeno lui è partito con il piede giusto: complimenti a lui e a chi lo ha scelto.

Ma le note liete se non finiscono a Kean poco ci manca. Il centrocampo continua a essere un oggetto misterioso. Non c’è in copertura, non c’è in costruzione. Chi siano i titolari non è ancora chiaro, quale sia l’idea di gioco di Palladino e dunque dei centrocampisti, è e resta un mistero.

Insomma dopo 6 partite c’è poco di cui esser felici e tanto per cui preoccuparsi. Ma fortunatamente il tempo c’è. A patto però che si cominci a vedere qualcosa in questa Fiorentina. La famosa mano di Palladino su una squadra che sì ha cambiato tanto e a ridosso dell’inizio della stagione ma che non può certo essere questa.

Chissà magari contro la Lazio riusciremo a vedere in campo Gudmundsson. Un giocatore inseguito per sei mesi e atteso da almeno uno. Magari domenica uno spezzone di gara potrà farlo.