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Editoriali

Fiorentina, tanti i problemi ma non è solo responsabilità di Sousa. Il rischio di una stagione anonima

Fiorentina, così non va. La gara contro l’Atalanta, la prima di sette gare che devono cambiare classifica e stagione dei viola, ha purtroppo confermato, se non accentuato, i problemi di una squadra che ha smarrito certezze e identità. E le responsabilità sono di tutti, dalla società ai dirigenti, da Paulo Sousa ai giocatori. Dare tutte le responsabilità solo all’allenatore vorrebbe dire di non voler cercare di risolvere i problemi in maniera costruttiva.
I fischi dei tifosi a fine partita sono un segnale importante, che non deve essere sottovalutato.  Segno, attenzione, che la pazienza è in via d’esaurimento.

Una Fiorentina che doveva ripetersi, dopo lo scorso anno, questa volta non solo per sei mesi ma dando continuità dall’inizio alla fine. Questo doveva essere l’obiettivo per questa stagione. Invece, la continuità è nella mancanza di prestazioni e risultati.
Una squadra, soprattutto nei suoi giocatori simboli, che sembra non avere più fame di vincere, non ha più stimoli e motivazioni per sorprendere. E qui nasce spontanea una domanda: non è che alla fine Montella aveva ragione quando al termine del campionato del 2015 ricordò alla società, e non solo, che questo gruppo era finito, era arrivato al capolinea?

Il cambio di allenatore, un lavoro psicologico di Sousa e qualche nuovo accorgimento tattico sembrò dare nuova energia a tutto il gruppo. 4-5-6 mesi alla grande e poi il tracollo di risultati, prestazioni e gol non fatti. Da gennaio, infatti, a Sousa e alla Fiorentina non è riuscito invertire il trend. Per tutta una serie di motivi.
La scorsa estate la società viola ha deciso di puntare ancora su questo gruppo, decidendo di cambiare solo le alternative in panchina. Una scelta che poteva essere vincente ma anche molto rischiosa. Perché puoi cambiare modulo di gioco, puoi lavorare sui giocatori posizionati tra le linee in una maniera o l’altra, ma alla fine in campo i giocatori sono sempre gli stessi. La stessa società viola si aspettava qualcosa di più da quei giocatori ‘simbolo’, da quelli che dovrebbero fare la differenza e trascinare la squadra alle vittorie.

Gonzalo Rodriguez sembra avere una involuzione, tecnicamente non riesce più a emergere e gli errori di partita in partita invece di diminuire aumentano. Forse c’è di mezzo anche la storia del rinnovo del contratto, in scadenza a giugno.
Situazione simile anche per Badelj e Vecino. Lontani anni luce dalle loro prestazioni standard, c’è il rischio, pensando questa estate di andare via da Firenze direzione Milano e Napoli, che qualche scoria sia rimasta dentro di loro.
Per Bernardeschi il discorso è tattico e di futuro. Lo scorso anno si è fatto notare e conoscere da esterno, quest’anno si è messo in testa di rendere più se gioca dietro le punte o in un attacco a tre punte. Con la Fiorentina e anche in Nazionale ha ricoperto tutti i ruoli possibili, senza mai riuscire a incidere e determinare. Evidente che non può essere solo un problema tattico. Forse anche lui si è sentito attratto da altri club con altri tipi di prospettive.
C’è poi Borja Valero. Anche per lui nuove posizioni in campo per tornare a essere padrone del centrocampo, ma non riesce più a determinare e incidere. Il suo amore per Firenze e la Fiorentina è indiscutibile, ma c’è qualcosa che non va.
Ilicic è un giocatore che potrebbe far vincere le partite a ogni squadra, purtroppo solo quando lo vuole. Manca di continuità, di fiducia nei propri mezzi. Gli basta un passaggio sbagliato per escludersi dalla partita.
Poi Kalinic e Babacar. Il croato è forse il giocatore che corre e lotta più di tutti di partita in partita, ma il suo compito sarebbe quello di fare gol con continuità, e non solo fare a sportellate con gli avversari. Così anche per Babacar, la sua potenza dovrebbe travolgere difese e avversari, invece manca in concretezza e continuità. Anche se rispetto allo scorso campionato almeno qualcosa nel suo atteggiamento in campo è cambiato.

In tutta questa situazione ci sono anche le responsabilità dell’allenatore, ma non solo. Nella sua avventura in viola Paulo Sousa probabilmente si aspettava di avere a disposizione giocatori diversi, diciamo qualcuno di livello superiore. Inutile ricordare le polemiche dello scorso fine campionato. Primi sei mesi fantastici poi qualcosa è cambiato, forse si è rotto. Dall’inizio dell’anno non è riuscito, nonostante tanto lavoro sul campo e non solo, a cambiare questa Fiorentina. Ha cambiato moduli di gioco, filosofie di allenamento, ha dato possibilità di dimostrare il proprio valore a tutti ma poi ha scelto di andare avanti con un gruppo ben preciso. Anche per necessità. Se lo scorso anno ha dovuto fare tutta la stagione con 12-13 giocatori, quest’anno la situazione non è sicuramente diversa. Difficilmente poteva fare diversamente
Adesso è nel mirino di tutti. In molti vorrebbero il suo esonero per prendere Pioli. La società potrebbe anche farlo, ci mancherebbe, anche se difficilmente in passato è andata dietro al pensiero di una parte della tifoseria e della critica. Anche se in Fiorentina pare che qualche mormorio sulla situazione e sulla sua posizione sembra che ci sia già stato.
Il problema, semmai, è che se un giorno dovesse arrivare il cambio di allenatore in panchina ci sarà si un nuovo responsabile ma sul campo giocheranno gli stessi giocatori che Montella prima, e Sousa poi, hanno avuto a disposizione. E questo dato dovrebbe far riflettere tutti, ma proprio tutti.

Il lavoro da fare con tutta probabilità sarà quello di cambiare in maniera considerevole la maggior parte dei titolari (in questo senso il cambio di allenatore in questo campionato rischierebbe di essere una scelta tampone e non di prospettiva o progettuale per il futuro). Questo vuol dire anche armarsi di idee sul mercato e avere soldi per fare notevoli investimenti. La Fiorentina, i Della Valle lo vorranno fare? Questo al momento lo sanno solo loro…  

Infine, la classifica. Fiorentina con nove punti dopo sette partite e squadra nella parte destra del tabellone anche se c’è da recuperare la gara contro il Genoa. Un risultato positivo, una vittoria, cambierebbe radicalmente la posizione dei viola. Con solo 6 gol fatti è il terz’ultimo attacco del campionato (la Fiorentina è tra le squadre che tira meno in porta) mentre con 6 gol presi è la terza difesa del campionato dopo Juventus e Genoa. Numeri che fanno stare al momento la Fiorentina in mezzo al guado, basta poco per recuperare posizioni su posizioni, basta poco per un tracollo che potrebbe relegare la Fiorentina a un campionato anonimo o ancor peggio lottare per le ultime posizioni.

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