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Fiorentina, sono quattro le questioni aperte: due sono vitali

Come riporta il Corriere dello Sport Stadio, la città è divisa fra quelli che vogliono contestare e quelli che alla sola idea di vedere Sousa, i giocatori, i Della Valle e i loro collaboratori dicono di provare nausea. L’unico che aveva rifiutato di abbandonare la barca viola, Corvino, ripete come un mantra la sua fiducia, ma è solo, stanco, costretto a ricorrere alla filosofia di sempre, ovvero che lui non alza bandiera bianca e che “se c’è l’acqua adopra l’acqua, se c’è il latte il latte e se c’è il vino adopra il vino…”.

I Della Valle fanno sapere che non mollano, non vendono la società (a Firenze invece ci sono molti che ancora lo sperano) e che sono pronti a ripartire. Già, ma per dove? Intanto i problemi stanno sommergendo tutti. Ecco in rapida sintesi le incudini sulla testa viola:
1 – Assumere un nuovo allenatore che sia almeno credibile.
2 – Avere una risposta da Bernardeschi sulla sua volontà o meno di allungare il proprio contratto.
3 – Predisporre un piano di mercato accettabile per la piazza ed evitare un’emorragia mortale degli abbonati.
4 – Dare una svolta al tema del nuovo stadio dopo la ricca presentazione a Palazzo Vecchio. Un’onda viola da tsunami, da ritrovarsi sommersi.

Fin qui cosa sappiamo? Che Corvino ha tracciato l’identikit del nuovo allenatore: giovane e italiano. Due i candidati eccellenti: Pioli e Di Francesco. Basterebbero a garantire un bagno di credibilità? Stimati sì, capaci di trascinare l’entusiasmo no. Ci vorrebbero almeno altre iniezioni di fiducia.
Bernardeschi? Occhio perché Federico per adesso tace. Le “duemila” sostituzioni, le panchine eccetera, mica lo hanno messo di buon umore. Per non parlare dello stadio nuovo che accende con un cubetto di ghiaccio.

Una cosa è certa: la depressione non si cura con la parsimonia. Solo un vero rilancio può invertire il senso di sconfitta che sta attanagliando la città. Occorrerebbe un…braccio lungo. Impossibile? Allora è davvero difficile immaginare una rinascita. Lo slogan è vecchio e in questo caso riadattato ma…: per poter convincere bisogna spendere. Prima di tutto se stessi. Troppo? No, è il minimo per convincere la gente, forse, che non si vuol davvero vivacchiare.

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