Per salvare la situazione, Palladino deve affidarsi ai calciatori più adatti di altri a navigare con il mare in tempesta
Schermare gli insicuri, calciare lontano le tensioni, rifiutarsi di abbassare la testa lasciando che siano altri a decidere il proprio destino. Che si chiami carattere o leadership poco importa, scrive Repubblica: oggi quelli tosti devono dimostrare di esserlo davvero perché questo venerdì sera è diverso dagli altri. Al Franchi arriva il Lecce demolito nella gara d’andata con sei reti mentre ora fa paura come fosse il Real. Perché la Fiorentina si è infilata in un tunnel poco comprensibile dal quale uscirne sembra un’impresa.
Palladino per salvare la situazione, e forse anche la sua panchina, deve necessariamente trovare alleati. I suoi giocatori lo sono perché quello viola, a dispetto degli ultimi risultati sconfortanti, è un gruppo sano. Ma alcuni calciatori sono più adatti di altri a navigare con il mare in tempesta. L’allenatore quindi si aggrappa a coloro che ne hanno vissute mille di queste situazioni, gente come De Gea e Gosens ad esempio. Punti di riferimento, amici peraltro tra loro, in grado di affrontare la situazione di petto senza nascondersi mai. Vederli in campo rassicura e stasera ci sarà bisogno di fiducia almeno quanto di tattica o tecnica.
Motivo per il quale in mezzo al campo dovrebbe nuovamente toccare a Cataldi: definirlo fedelissimo è riduttivo, l’ex Lazio porta in campo il “Palladino pensiero” meglio di altri. Puntare sui propri soldati potrebbe anche portare all’esordio dal primo minuto di Pablo Marì, generale di tante battaglie a Monza. L’idea c’è e potrebbe concretizzarsi soprattutto se un altro amico del tecnico, il sistema tattico a tre difensori dietro, dovesse rispuntare come sembra.
Di
Redazione LaViola.it