Non ce la fa Nikola Kalinic a recuperare per Roma. Dolorose le contusioni al ginocchio, troppi rischi per l’articolazione del croato. E la Fiorentina perde il suo perno offensivo. Non solo i 14 gol e 4 assist in 28 partite stagionali, ma anche lo sfogo naturale del gioco di Sousa. Una squadra, la Fiorentina, costruita anche e soprattutto sulle caratteristiche di Kalinic. Chiaro che, con Babacar, cambia molto. Per la manovra viola, per l’incisività nella morsa dei centrali giallorossi.
Con il senegalese bisognerà arrivare in area in altri modi, con più cross, con manovre diverse. Ormai Baba ha dimostrato più volte di essere sì un ‘lupo’ d’area di rigore, ma anche poco efficace fuori dai 16 metri e spalle alla porta. Altra occasione importante per Khouma, dopo aver ‘steccato’ l’opportunità a Pescara. Sousa perde molto davanti, ma in difesa ritrova Gonzalo Rodriguez. Non la stagione migliore dell’argentino a Firenze, un rinnovo di contratto che balla e non poco, ma il capitano resta elemento equilibratore del reparto arretrato. Pur nelle sbavature e negli errori singoli commessi quest’anno.
Nel 2017 Gonzalo ha giocato le due gare contro Juve (2-1) e Chievo (3-0) in campionato, con i viola che hanno ottenuto due vittorie con 1 gol al passivo. L’argentino aveva invece saltato Lazio e Napoli (1-3 e 3-3) a fine 2016, più Chievo (1-0) e Napoli (0-1) in Coppa Italia e Genoa (3-3) e Pescara (2-1) in campionato nel 2017. Un totale di 6 partite saltate in cui la difesa è stata spesso in affanno, con ben 11 gol incassati. E fragilità costante di tutto l’assetto difensivo.
Gonzalo a Roma ci sarà, così come Astori, rientrato dalla squalifica. I due difensori centrali recuperati, e due ali in più. La F2, il doppio Federico. Chiesa e Bernardeschi, l’arma fresca della Fiorentina. Due ‘prodotti’ di Sousa, con percorsi diversi ma un presente che parla di due imprescindibili per questa Fiorentina. E stiamo parlando di un ’97 e un ’94. Due frecce in più rispetto all’andata, quando comunque la Fiorentina vinse, soffrendo, 1-0 al Franchi. Allora era il ‘Bernardeschi confuso’ del post Europeo, quello senza ruolo preciso, poco incisivo. Da quella serata, però, molto è cambiato. Dalla settimana dopo a Udine, 25 partite di fila per il numero 10 viola, con 11 gol e 4 assist all’attivo. Un ruolo nuovo, un peso diverso anche sotto porta per Berna.
Così come è cresciuto esponenzialmente Chiesa. Nelle ultime 11 partite, 8 volte titolare con 3 gol, 1 assist e 1 rigore procurato. Fino a Pescara, quando il suo ingresso dalla panchina ha cambiato volto alla Fiorentina. Non solo numeri, per Chiesa Jr, ma anche spirito da trascinatore, forza positiva per tutto il gruppo.
Queste le armi di una Fiorentina che parte per Roma a caccia di un’impresa. Di un’altra impresa, visto il cammino di questa stagione, che racconta di una squadra con molte problematiche di percorso ma che spesso fa tremare le gambe alle grandi. Non sono un caso i 7 punti in 4 partite contro le prime tre della classe, non è un caso la prova di Napoli in Coppa Italia. Certo, non ci sarà Kalinic, e la Roma in casa è praticamente imbattibile quest’anno. Lo dicono i numeri, con i giallorossi vittoriosi 10 volte su 10 all’Olimpico in campionato. Una corazzata, che comprendendo anche le coppe in casa è stata battuta solo dal Porto in agosto ai preliminari di Champions League. Ma la Fiorentina vuole un’altra impresa, e vuole giocarsela ancora. Per tornare in corsa per l’Europa e sfruttare i passi falsi di Inter, Milan e Torino.
Di
Marco Pecorini