IL talento del numero dieci, il sorriso sbarazzino di chi vive un sogno a occhi aperti, la concretezza dell’eterno partente con le valigie in mano ma che poi non se n’è mai andato. Tre nomi: Bernardeschi, Chiesa e Babacar. O meglio, se rimescolati e abbreviati, ecco a voi la BBC. Senza scomodare paragoni galattici, sono loro il presente e il futuro di questa squadra.
Già, ma è proprio così? Perché Bernardeschi nel finale di 2016 è letteralmente esploso: dieci reti da inizio stagione, assist di rara bellezza e un feeling ritrovato con la porta avversaria. Il tutto a ventidue anni e la convocazione in Nazionale che ormai pare una certezza. Lui, il talento di Carrara approdato alla Fiorentina quando aveva appena nove anni: le giovanili, l’esordio in prima squadra, il prestito azzeccato a Crotone e poi l’inserimento nei titolari. Prima a testa bassa, adesso con l’orgoglio di chi indossa l’eredità di un certo Antognoni (i due peraltro sono a stretto contatto) e comincia a fare sul serio.
Perché la strada è ancora lunga e lui giustamente professa umiltà: non potrebbe essere altrimenti, per uno dei migliori talenti del calcio italiano che si è già attirato le attenzioni dei club nostrani e, soprattutto, di quelli stranieri. Le big italiane, il Chelsea dell’ex ct Antonio Conte ed estimatori che aumentano gara dopo gara. Sarà per questo che tra mercato invernale e una stagione che sta per ripartire, il suo rimane un caso delicato: scadenza ancora lontana, nel 2019, ma un ritocco all’ingaggio pare inevitabile. E poi la questione della clausola. Cosa fare? Metterla per fissare il prezzo? Non metterla per far scatenare un’asta?
La discussione è appena cominciata ma sarebbe fantastico se per una volta, così come chiedono i tifosi, si pensasse a costruire attorno a lui la Fiorentina del domani. Il punto rimane sempre lo stesso: nelle ultime apparizioni ha indossato la fascia da capitano e incantato un po’ tutti. Perché non ripartire proprio da lui, dal suo talento e da quella corsa sotto la Fiesole che ha riscaldato il cuore dei tifosi? Ci sarà tempo per discutere del suo rinnovo, certo. Ma in un’annata di transizione come questa, Bernardeschi è sicuramente una delle conferme più piacevoli.
Così come Chiesa jr, che ha scalato le gerarchie e schiodato dalla fascia destra Tello per il quale la dirigenza in estate si era fatta in quattro per riportarlo a Firenze. Chiesa, nato a Genova per caso e trapiantato in viola all’età di dieci anni, ha l’ingaggio più basso di tutta la rosa. Sotto anche a quello dell’altro figlio d’arte, Ianis Hagi. Bernardeschi a sinistra, Chiesa a destra: la Fiorentina ha giocato così l’ultima gara col Napoli. E potrebbe prenderci gusto.
Con un altro prodotto del vivaio sempre in prima linea: è Babacar, che a Firenze è arrivato “solo” all’età di 14 anni e che in tredici presenze in stagione ha messo a segno sette reti. Davanti ha un certo Kalinic, sul quale però i cinesi hanno messo gli occhi e anche un bel pacco di soldi. E se partisse il croato? Perché non pensare a un tridente tutto nostrano: la BBC appunto. Tre che messi insieme totalizzano 64 anni. Più o meno la stessa età di Pantaleo Corvino. Uno che ha seguito le orme del trio da sempre: «Insieme a Lezzerini sono il nostro orgoglio — disse il ds alla cena di Natale — adesso stiamo raccogliendo quello che avevamo seminato». Sperando che sia solo l’inizio.
Di
Redazione LaViola.it