Duttilità, scelte, premi: il nuovo allenatore ha ribaltato i viola con tre idee
La Fiorentina ha ritrovato il sorriso, scrive il Corriere dello Sport. Diretta conseguenza dei tre punti contro il Milan e di una prova che ha dato fiducia ed entusiasmo a tutto l’ambiente. E stabilità a un tecnico che ha faticato a incastrarsi con aspettative e ambizioni della nuova piazza: Raffaele Palladino è l’uomo nel cerchio. Lo è sempre stato, da quando nel giugno scorso ha messo piede per la prima volta nel Viola Park. Da allora, tutte le scelte – o quasi – sono passate da lui.
Che l’era Palladino fosse iniziata nel segno della discontinuità rispetto al triennio Italiano lo si era intuito dalla ‘tabula rasa’ fatta dopo la finale di Atene. Il nuovo ciclo sembrava potesse subito distanziarsi da quello precedente per una svolta tattica forte, dalla difesa a quattro alla linea a tre, invece la differenza Italiano-Palladino, lo abbiamo scoperto ora, è più concettuale. Dal sistema agli uomini: prima la priorità andava alla filosofia di gioco, un modo di interpretare le partite fisso, con qualche piccola variabile. Il dogmatismo di cui è stato tante volte accusato l’attuale tecnico del Bologna ha lasciato spazio al trasformismo palladiniano, che ha già cambiato tre sistemi e da tre dietro è passato a quattro senza colpo ferire. Le idee al servizio dei singoli, e non viceversa: l’ex Monza ha riportato al centro loro, i giocatori. Con alcuni di loro ha instaurato subito un rapporto costante, basti pensare a Moise Kean.
Ha trovato, all’interno dello spogliatoio, singoli con cui puntare, azzerando le gerarchie. Dodo, Comuzzo, Ranieri, Cataldi i suoi nuovi leader, futuri senatori della Fiorentina che verrà. Scelte forti, che hanno oscurato quelle fatte negli ultimi anni e decentrato figure chiave del recente passato viola come Cristiano Biraghi e Lucas Martinez Quarta. Nonostante qualche esclusione rumorosa, non sembrano esserci musi lunghi al Viola Park: anche chi gioca meno – Kayode e Beltran su tutti – si allena col sorriso, consapevole che l’occasione potrà arrivare. Anche con loro Palladino parla in continuazione.
Più psicologo che filosofo. Anche durante i primi momenti di maretta, Palladino ha tenuto alto il morale del gruppo. E provato in tutti i modi a motivare una squadra che aveva bisogno di un guizzo. Così, nella scorsa pausa nazionali, si è inventato un ‘gioco a premi’. Protagonisti i calciatori, spronati a fare più punti possibili durante le gare di settembre e inizio ottobre. Il premio? Giorni liberi concessi dal tecnico, un numero crescente in base ai punti conquistati. Ne avrebbero vinti cinque, secondo la tabella mostrata da Dodo sui social. Ma il gruppo era già al lavoro martedì. Sintomo che al Viola Park ci stanno tutti molto bene.
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Redazione LaViola.it